L’addio di Giusy Furnari: “Sono grata a Crocetta e credo nella sua politica. Il problema è l’Ars”

“Sono grata al Presidente Crocetta, e lo dico senza alcuna enfasi retorica. Grazie a lui ho fatto un’esperienza nuova e importante perché fino a sei mesi fa ero una sempre stata una studiosa dei fenomeni politici, mentre lui mi ha dato la possibilità di calarmi in quella politica di cui conoscevo solo la teoria. Mi ha obbligato a tradurre ciò che sapevo in atti e fatti concreti perché questo significa fare politica”.

Giusy Furnari lascia il governo Crocetta senza alcun risentimento nei confronti del Presidente. Nonostante la sua presenza a Palazzo d’Orleans sia durata solo sei mesi, la professoressa messinese che ha retto l’assessorato ai Beni Culturali ammette l’amarezza del poco tempo avuto a disposizione ma si dichiara soddisfatta per il tipo di lavoro portato avanti e per le tante professionalità che ha avuto la possibilità di incontrare durante questo percorso.

A differenza di altri colleghi della Giunta che non hanno risparmiato attacchi durissimi nei confronti di Crocetta, come ad esempio la ex fedelissima Michela Stancheris che in questi giorni ha parlato sui giornali di rottura politica e umana e di profonda delusione per le scelte del Presidente, la Furnari lo ringrazia e lo difende perché crede ancora fortemente nella sua rivoluzione siciliana. “Crocetta ha una visione innovativa della materia politica applicata alla nostra difficile realtà siciliana. Operare nella sua squadra significa non subìre mai pressioni di alcun tipo, significa lavorare in maniera libera ma con la certezza di trovare in lui una guida e un consiglio se serve. Gli auguro di continuare e di poter fare le cose che vuole portare avanti”.

“Non mi sento scaricata perché quasi tutta la Giunta è stata azzerata. E nonostante io ne comprenda i motivi credo che sia stato un peccato tagliare questa squadra. Un gruppo quasi interamente composto da giovani con grande voglia di fare, con tanta capacità e professionalità, con le idee giuste per far ripartire la nostra terra”.

Qual è stato dunque il motivo della crisi? Per l’ex assessore ai Beni culturali non ci sono dubbi: “Non bisogna guardare alla Giunta regionale ma all’Ars. Il vero problema è la politica, l’assemblea regionale è molto conflittuale, così non si riesce a governare, non si può sempre litigare e bloccare ogni cosa perché alla fine a pagare è proprio il governo Crocetta che diventa vittima di questo caos”.

Per la Furnari la positività dell’azione politica di Crocetta si respira chiaramente in Giunta, ma si perde quando l’azione si trasferisce all’Ars. La professoressa punta il dito anche contro lo Statuto speciale siciliano, definito più un limite che un privilegio nella pratica governativa.

Uno sguardo inevitabile a Messina, da sempre voce debole rispetto alle due big siciliane Palermo e Catania. “Messina deve imparare a farsi sentire, ma ritengo che in questo momento sia ben rappresentata” dice la Furnari. Il suo riferimento però non è all’amministrazione comunale retta da Renato Accorinti, bensì ai deputati messinesi che siedono all’Ars che al presidente Giovanni Ardizzone.

A questo punto la sua speranza è che il suo successore possa portare avanti il lavoro iniziato in questi mesi, anche se è consapevole che ognuno ha la sua storia, la sua visione delle cose e della politica, le sue priorità.

Il suo addio a Crocetta sembra quasi un arrivederci. Del resto il Presidente l’avrebbe voluta come candidata sindaco durante le scorse amministrative, poi sembrava vicina la nomina a Sovrintendente dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele, alla fine arrivò l’assessorato. Chissà che il futuro non riservi altre sorprese.

Francesca Stornante