L’Orsa aiuta il Birrificio Messina: “la città ha bisogno di centinaia di esempi così”

Il compenso di una giornata di lavoro per sostenere il Birrificio Messina. Il sindacato Orsa risponde così all’appello dei 16 ex lavoratori della Triscele che oggi, dopo anni di dramma occupazionale, stanno scommettendo soldi e futuro per creare una nuova birra tutta messinese. Un piccolo aiuto che significa soprattutto vicinanza, sostegno, supporto, un aiuto che l’Orsa oggi più che mai vuole dare ai 16 operai/imprenditori che invece si sono visti chiudere la porta in faccia da un Consiglio comunale che non ha voluto donare un gettone di presenza a sostegno della loro causa. Dove la politica decide di non esserci, nonostante i proclami, arriva dunque il sindacato.

Per l’Orsa l’iniziativa dei lavoratori dell’ex Birra Messina è un esempio di coraggio e dignità operaia che va sostenuto con ogni strumento. “La lotta dei dipendenti contro la chiusura del birrificio simbolo della città fu esemplare e coincise con la protesta dei precari marittimi, sfruttati da RFI con ignobili contratti a viaggio, che reclamavano stabilizzazione e sicurezza dopo la tragedia del Segesta. In quella fase si registrò l’inedita alleanza fra lavoratori che si sostennero nelle rispettive rivendicazioni, nelle manifestazioni dei marittimi non mancò mai l’attivo contributo degli operai dell’ex Birra Messina e viceversa”.

Le due vertenze sembrano legate dal destino, all’iniziativa coraggiosa degli operai del birrificio che con caparbietà stanno tentando di garantirsi un futuro in città rendendosi protagonisti della produzione, corrisponde la sentenza della Corte di Giustizia Europea, emanata il 3 Luglio che dà ragione ai marittimi precari uniformando il loro contratto a tempo determinato ai contratti similari applicati nel resto delle realtà lavorative, pertanto, dopo anni di precarietà sfruttata per coprire l’esigenza strutturale di personale, R.F.I. avrebbe dovuto provvedere alla loro stabilizzazione. Così si è espressa la Corte di Giustizia europea e la Corte di Cassazione italiana non potrà non tenerne conto2”.

Due vertenze che per il sindacato dovrebbero rappresentare esempi che le Istituzioni cittadine dovrebbero ergere ad emblema di dignità. E proprio in virtù di questa considerazione l’Orsa non le manda a dire al Consiglio comunale che poi giorni fa hanno deciso di votare contro l’iniziativa proposta da Lucy Fenech di sostenere il Birrificio.

Banali e pretestuose appaiono le motivazioni dei consiglieri comunali che hanno bocciato la proposta di devolvere un loro gettone di presenza, asseriscono che si creerebbe un precedente, molti di loro sono lavoratori dipendenti che continuano saltuariamente a presenziare il posto di lavoro e percepiscono un doppio reddito, e non realizzano che Messina avrebbe bisogno di centinaia di esempi simili per mettere un freno all’arroganza imprenditoriale. Mezzi di produzione sotto controllo operaio, è questo l’esempio da emulare che i lavoratori della ex Birra Messina stanno tentando di porre in essere per dimostrare che la produzione può fare a meno di imprenditori in preda alla bramosia del massimo profitto a tutti i costi”. Adesso i componenti del direttivo Orsa, che non sono distaccati dal posto di lavoro e non percepiscono nulla per l’attività sindacale, devolveranno il corrispettivo economico di una giornata del loro lavoro dipendente alla causa del Birrificio Messina. “E’ solo uno stimolo per quanti capiscono che il fallimento del progetto sarebbe il fallimento di tutti. Lavoratori, cittadini e associazioni che volessero offrire il loro contributo possono darne comunicazione al nostro indirizzo di posta elettronica: orsasicilia@sindacatoorsa.it”.

Anche in questo caso il contributo dell’Orsa non sarà certo risolutivo, come non lo sarebbe stato quello del Consiglio comunale. E’ però una fetta di quel calore di cui i 16 del Birrificio Messina hanno bisogno. La strada è tutta in salita e ogni spinta, anche piccola, renderà il cammino sicuramente un po’ meno complicato.

F.St.