Sprechi, affidamenti esterni, migliaia di ore di straordinario: Zuccarello scoperchia Messinambiente

Sprechi, affidamenti esterni, mezzi in affitto e risorse interne inutilizzate, mancanza di gestione, troppe ombre. Messinambiente era e resta un calderone di contraddizioni e anomalie. In questi anni sono stati tanti i tentativi di squarciare il velo sulle tante inefficienze di una società che continua a produrre debiti e che è costantemente sotto i riflettori. Oggi è tornato all’attacco il consigliere comunale Daniele Zuccarello che nel febbraio 2014 aveva già puntato la lente d’ingrandimento su Messinambiente scoperchiando un pentolone in piena ebollizione. Quelle carte furono portate in Procura, la stessa amministrazione Accorinti sposò quella battaglia di trasparenza e legalità, la Magistratura aprì un’inchiesta pesantissima. Oggi però a quanto pare ci sono ancora tante cose all’interno della società che meritano di essere verificate. E per questo il consigliere Zuccarello ha avviato una nuova indagine, ha raccolto nuove carte che mette a disposizione dell’amministrazione e degli organi competenti. Stavolta la sua attenzione si è concentrata soprattutto sulla piattaforma di Pace e sul trasporto in discarica dei rifiuti messinesi.

“Mi sono appostato per un’intera notte alla piattaforma di Pace per rendermi conto di come viene svolto il lavoro in quell’area. Sono stato per circa 12 ore a monitorare tutto quello che succedeva e sono tornato anche nei giorni successivi per controllare se le dinamiche erano rimaste invariate”. Zuccarello ha documentato tutto con un filmato video che ha proiettato durante la conferenza stampa. Immagini che mostrano le operazioni di trasbordo della spazzatura dai mezzi della raccolta a quelli che poi partono in direzione Motta S. Anastasia, immagini che mostrano che i mezzi più utilizzati sono quelli della Seap che Messinambiente deve noleggiare a supporto dei suoi.

“Già intorno alle 19 i mezzi del trasporto si trovano all’esterno della piattaforma. Intorno alle 22 iniziano ad essere caricati e a mezzanotte partono i primi tre tir della Seap per andare in discarica. Questi mezzi fanno ritorno a Pace intorno alle 4.30 e vengono nuovamente caricati per un secondo viaggio verso Motta. I mezzi di Messinambiente invece vengono caricati dopo, la precedenza viene sempre data a quelli esterni, e dunque partono dopo e rientrano dopo. Perché questo accade? Chi decide che i mezzi esterni devono essere caricati prima e dunque essere impiegati più di quelli interni?”. Zuccarello non usa mezze parole, ricorda che la Seap è la stessa ditta che finì nell’inchiesta del 2014 e spiega che per capire meglio l’anomalia di queste dinamiche sono necessari i numeri.

“Un tir Seap può caricare dalle 25 alle 30 tonnellate a viaggio e, considerato che ogni tonnellata costa 25 euro, facendo una media possiamo affermare che ogni viaggio esterno costa circa 625 euro, contro i 90 euro dello stesso viaggio effettuato con i mezzi interni. Tre tir esterni per sei viaggi al giorno costano a Messinambiente 3750 euro, in un mese 115 mila euro. Da marzo ad agosto, da quando la Seap ha ricominciato a pieno regime a lavorare per la società, sono stati spesi oltre 500 mila euro”. Il consigliere dunque si chiede perché continuare a sborsare queste some piuttosto che impiegare meglio e di più i mezzi interni. E ancora, facendo due conti, si domanda perché allora non si è mai deciso di acquistare dei tir che nuovi costano tra i 120 mila e i 160 mila euro, mentre usati si trovano addirittura con un prezzo che oscilla tra i 20 mila e i 40 mila euro. “Messinambiente ha dieci camion, ma quella notte ne ho visti partire solo cinque, di cui uno destinato al trasporto delle sterpaglie. Due di questi sono fermi in officina da tempo immemorabile. Con sette mezzi riusciremmo a garantire il servizio totalmente in house, senza ricorrere a ditte esterne. Abbiamo 14 autisti e con doppi viaggi e una media di 22 tonnellate a camion potremmo trasportare ogni notte più di 300 tonnellate di spazzatura”.

Un altro capitolo scottante riguarda poi le officine e il continuo ricorso a officine esterne, esattamente come avveniva in passato. “Un dipendente che lavorava in autoparco racconta che i pezzi di ricambio, una volta sostituiti, restavano in azienda e che le officine scelte fossero sempre le stesse. Ha denunciato le anomalie ed è stato spostato in piattaforma e per 5 mesi è rimasto fermo”. E su questo punto il consigliere rilancia una vecchia proposta: “Perché non creare un’unica officina comunale, sfruttando quella dell’Atm, e chiudere tutti i rapporti con l’esterno?”.

Le immagini raccolte si fanno ancora più forti quando mostrano che la spazzatura viene trasferita dai mezzi di raccolta a quelli del trasporto non esclusivamente con il sistema della tramoggia ma vengono stoccati a terra. Alla piattaforma di Pace però lo stoccaggio temporaneo a terra non è più autorizzato da mesi. Ci sono precise prescrizioni di Asp e Provincia che hanno posto il divieto assoluto dello stoccaggio a terra. E allora Zuccarello si chiede: “Possibile che nessuno sappia niente? Possibile che i vertici della società siano all’oscuro di tutto?”. Per il consigliere a Messinambiente manca totalmente un linea unica di gestione.

E gli esempi continuano. C’è per esempio il caso di una pala meccanica acquistata nel 2014 per 52 mila euro, valore commerciale 23 mila euro. Il mezzo finì subito in officina perché aveva il motore fuso e oggi, due anni dopo, non è mai più tornato a Messinambiente. Oppure ci sono le 15 mila ore di straordinario dei dipendenti, totalizzate da gennaio ad agosto, con una più alta concentrazione nei mesi estivi. Costo: 240 mila euro. Proprio mentre la città affogava tra i rifiuti.

Zuccarello a questo punto chiede all’amministrazione di verificare come stanno le cose. DI mettere in campo alcune azioni che possano iniziare ad eliminare vecchie incrostazioni che ancora ci sono, a cominciare dagli affidamenti esterni. E’ pronto a fornire la sua documentazione a chiunque, chiede solo che si faccia luce. Come già aveva fatto nel 2014.

Francesca Stornante