Anna Giordano: “La diossina è tossica. L’impianto a Pace è una scelta folle”

Diossina a profusione, respirata, che si deposita al suolo, complice inconsapevole, il vento.

Quanto accaduto a Pace è la perfetta evidenza di come sia completamente folle pensare di avviare attività di qualsiasi genere per il trattamento dei rifiuti, in zone abitate anche solo parzialmente.

Ancora più incredibile, che ci si sia ostinati a mantenere gli impianti e a volerne realizzare di nuovi, senza pensare quello che qualunque amministratore dovrebbe, soprattutto quando si trattano attività pericolose, ovvero, di pensare al peggio – incendio incluso – e relativi presidi di sicurezza che evidentemente, in questo caso, non hanno funzionato.

Saranno gli inquirenti ad accertare cause, manchevolezze, danni e reati, ma la verità è che tutto ciò che è stato realizzato lì e che ancora si vuole realizzare, discarica inclusa, è pura follia oltre che in violazione di norme ben precise.

Non è superfluo ricordare che ai sensi del DM del 17 ottobre 2007 sono vietati impianti per il trattamento dei rifiuti in Zona a Protezione Speciale quale è il sito (e parte del Comune di Messina), così come è superfluo ricordare che le associazioni MAN, WWF, negli anni hanno denunciato diverse anomalie relative a quella che è ancora in ballo, alias, la discarica che si vorrebbe realizzare proprio lì, a Pace, con buona pace (mi si perdoni il gioco di parole) delle norme e delle procedure non regolari seguite per questo progetto.

La diossina non è aria pura: è tossica, venefica, devastante, perdura nel tempo, si deposita nel suolo, ci torna con la pioggia, il vento la distribuisce.

Con la speranza che non debba mai più accadere, né qui né altrove, vorrei ricordare a coloro nei quali ho creduto, che sono ormai 3 anni e mezzo che chiediamo di fermare ogni intervento/progetto su quel sito, che richiamiamo le norme vigenti, ricevendo in risposta un ostinato procedere, un negare che di discarica si trattasse (ma le carte parlano chiarissimo) per gravare ulteriormente l’area di nuovi devastanti progetti inutilmente denunciati ad oggi.

Non è il momento di entrare nel dettaglio del tanto fatto e scritto e chiesto perché venissero rispettate le norme, non basterebbero 10 pagine, ma forse è il momento di chiedere a chi ci amministra di ricordarsi che la salute dei cittadini e dell’ambiente, cui è strettamente connesso ogni nostro respiro, necessita rigore e serietà.

Entrambe non possono prescindere dalla legalità e dalla capacità – prevista per legge – di sapere anche affrontare scenari catastrofici, quale è appunto un incendio dove si stoccano rifiuti, differenziati o no che siano.

Mi auguro che si dismetta totalmente ogni impiantistica, si bonifichi il sito e si rispettino le procedure e le norme vigenti ad oggi disattese per quello che viene chiamato il “biostabilizzatore” ma che di fatto è anche una discarica a tutti gli effetti.

Anna Giordano