Stipendi d’oro all’Ars, resta il tetto dei 240mila euro

Anche per il triennio 2018-2020 l'Ufficio di presidenza dell'Ars, presieduto da Gianfranco Miccichè, intende mantenere i tagli e i tetti degli stipendi per i dirigenti e i sottotetti per le altre carriere dell'Assemblea regionale siciliana previsti dalla norma scaduta il 31 dicembre. La proposta è già al vaglio delle sette sigle sindacali del personale.

Stamattina infatti si è svolta una riunione per affrontare l’argomento che più ha tenuto banco nelle ultime settimane, finendo anche sulle pagine dei quotidiani nazionali, e l’Ars ha ufficializzato di voler continuare il percorso tracciato nella precedente legislatura, quando sullo scranno più alto di Palazzo dei Normanni c’era Giovanni Ardizzone.

L’intenzione dell’attuale Ufficio di presidenza dell’Ars è infatti quella di mantenere i tetti degli stipendi previsti dall'accordo triennale scaduto a fine anno che stabiliva la soglia massima di 240 mila euro lordi per i dirigenti; 204 mila euro per gli stenografi, 193 mila euro per i segretari; 148 mila euro per i coadiutori; 133.200 euro per i tecnici e 122.500 euro per gli assistenti parlamentari.

Retribuzioni inferiori, invece, per i dipendenti assunti con i concorsi che saranno banditi in questa legislatura. Nello specifico, la proposta dell'amministrazione prevede 240 mila euro lordi per i dirigenti, 172 mila euro per gli stenografi, 166 mila per i segretari, 115 mila per i coadiutori e 99 mila per gli assistenti parlamentari.

Soddisfatto dell'incontro, il presidente del Collegio dei questori Giorgio Assenza, delegato a trattare con i sindacati: "In caso di adozione da parte del Senato di nuovi limiti al trattamento economico dei dipendenti, abbiamo anche previsto di adeguare i tetti del personale dell'Ars a quelli del Senato – ha spiegato Assenza – C'è stato un clima sereno e cordiale. Il prossimo incontro è previsto per il 30 gennaio, quando i sindacati presenteranno le loro proposte".