Pd, renziani storici e civatiani: “Adesso cambiamo verso anche a Messina”

“Oggi non finisce la sinistra, finisce una classe dirigente. Noi stiamo cambiando i giocatori, non cambiamo parte del campo. Hanno scritto la loro storia, adesso tocca a noi scrivere la nostra.” Nel giorno della vittoria il messaggio di Matteo Renzi, segretario nazionale del Pd è rivolto a quell’apparato che l’anno scorso fece di tutto, e ci riuscì, per metterlo in un angolo. Il messaggio del rinnovamento è a maggior ragione un segnale per la Sicilia e per Messina, dove le percentuali registrate dal sindaco di Firenze sono state più basse che nel resto d’Italia. Ma è da quella frase che i renziani e i civatiani dell’isola vogliono ricominciare, in un partito che negli ultimi mesi è stato dilaniato dalle divisioni e dagli scontri interni.

La fine di un gruppo non equivale alla fine del partito, ma solo al suo rinnovamento.

“E’ una vittoria netta, quella che caratterizza il risultato messinese- scrivono i rappresentanti dei Big Bang renziani- una voce forte che proviene dalla base del nostro partito e del nostro elettorato che chiede una inversione di rotta a 180° rispetto a nomenclature, classi dirigenti screditate e non più riconoscibili né rappresentative e infine rispetto a metodi di gestione del partito e delle sue leve assolutamente da rigettare, soprattutto alle nostre latitudini”.

Diamo un’occhiata ai voti (vedi articolo allegato), tra città e provincia Renzi, con oltre diecimila voti arriva al 63,91%, seguito da Cuperlo, 21,27% e Civati, 14,81%. Le percentuali cambiano se guardiamo i soli otto seggi di Messina: in questo caso la vittoria di Renzi scende al 56,71% (con 1.985 voti) e le differenze tra Cuperlo e Civati si assottigliano, con il primo al 22,14% e il secondo al 21,14, con uno scarto di 34 voti. Dai dati della città emergono due aspetti: il disimpegno dei genovesiani (1.985 consensi sono poca cosa se paragonati alle truppe cammellate degli anni scorsi) e l’impegno dei civatiani che, senza deputati alle spalle, sono riusciti ad arrivare a ridosso di Cuperlo, sostenuto da Panarello e Bottari e hanno ottenuto ben 3 delegati all’Assemblea nazionale.

“Da domani si dovrà cambiare nettamente passo, per tornare a vincere nel cuore della gente e per tornare al governo senza “larghe”, né “strette intese”- prosegue la nota dei renziani- E da domani si apre anche la pagina più difficile e più sfidante per ognuno di noi: rinnovare questo Partito, trasformarlo dalle fondamenta. Finisce il tempo degli accordicchi e delle scelte fumose delle segreterie di tre o quattro potenti di turno. A Messina e Provincia occorrerà una dose di coraggio e di forza in più. Il gruppo di “Big Bang!”, che crede da sempre in questo percorso di cambiamento, e che per esso ha subito spesso sconfitte e ritorsioni da parte del passato gruppo dirigente senza tuttavia recedere di un solo millimetro, sarà sempre più impegnato a far cambiare passo a un partito ormai senza guida, né coraggio e screditato agli occhi della pubblica opinione”.

I renziani, in base agli esiti delle urne a Messina e provincia ottengono 5 delegati all’Assemblea Nazionale: due renziani storici: la capolista Iole Nicolai e Ciccio Palano Quero, per il quale appena pochi mesi fa, nel dopo-amministrative, alla luce di quelle ritorsioni cui fa riferimento il comunicato, alcuni esponenti del Pd ne avevano chiesto l’espulsione, così come per Alessandro Russo, con l’ipotesi di “alto tradimento e lesa maestà”. Confermato all’Assemblea nazionale tra i renziani il deputato regionale Giuseppe Laccoto, mentre in quota genovese entrano Giovanna Sciuto e Nicoletta D’Angelo.

Per la lista Cuperlo andrà all’Assemblea nazionale Antonio Saitta, mentre in base al conteggio dei resti ai civatiani vanno ben 3 delegati: Piero David, Pina Miceli, Giampiero Terranova.

Un risultato più che soddisfacente per l’area Civati: “L'elettorato del PD si è dimostrato molto più maturo e responsabile dei propri dirigenti- si legge in una nota- Ha premiato chi si è presentato in discontinuità col passato, ha punito chi negli ultimi anni ha gestito il partito. Ed, anche se in piccola parte, ha riconosciuto a Civati la capacità di rappresentare una sinistra giovane, moderna ed avanzata che parla coi movimenti. Il risultato del gruppo sia in città che in provincia premia il lavoro fatto negli ultimi mesi da un gruppo di persone che, senza il sostegno di deputati e apparati, ha riportato l'iniziativa politica nei territori e che ha intenzione di continuare a lavorare per costruire un partito ed un gruppo dirigente nuovo nella provincia di Messina”.

I nove delegati messinesi all’Assemblea nazionale sono quindi nuovi, tranne Laccoto, rispetto agli uscenti (tra i quali c’erano i due deputati Genovese e Panarello), e soprattutto sono espressione di gruppi, come i civatiani ed i renziani storici, che hanno un solo slogan: rinnovare. Un cambiamento che, come ha detto Renzi, non equivale alla fine del mondo, ma di un mondo, di una classe dirigente che ha dato tanto, come i giocatori in campo, ma che, prima o poi, devono essere sostituiti.

“Non cambiamo parte del campo, cambiamo i giocatori”. Non finisce la sinistra se dopo 20 anni e in alcuni casi 30, si cambia la classe dirigente.

Rosaria Brancato