Variante al Prg. De Cola esulta… amaro: “Ci hanno fatto perdere tempo”

"Una sentenza inequivocabile per una vicenda lunga e spesso confusa". Esulta l'assessore comunale alle politiche del territorio, Sergio De Cola, dopo la pronuncia del Tar sul ricorso avanzato dal Comune contro la Regione in merito alla variante del Piano regolatore generale. "Nonostante l’insussistenza dei presupposti sancita adesso dal Tar sulla necessità di assoggettare a Vas la Variante – dice – si erano pronunciati docenti universitari, ordini professionali, rappresentanti di fondazioni – attraverso interventi sui media e sui social – utilizzando toni censori e veementi, puntando il dito sulle scelte operate da me e dagli uffici con la pesante accusa di aver cercato scorciatoie illegittime".

De Cola si dice soddisfatto per il verdetto ma esprime anche "un profondo rammarico per il tempo sottratto alla città di Messina da una richiesta che per il magistrato è caratterizzata da mancanza assoluta di motivazione logica. Pur avendo manifestato formalmente più volte i propri fortissimi dubbi – oggi possiamo finalmente dire “leciti” – in merito alla necessità della sottoposizione a Vas della Variante “Salvacolline”, l’Amministrazione aveva comunque immediatamente attivato le procedure richieste dall’Assessorato Regionale, impegnando per molti mesi il proprio ufficio di piano. Ciò significa che sarebbe stato possibile procedere con la discussione per l’adozione della Variante in Consiglio comunale più di un anno fa (stiamo parlando di tutela ambientale e messa in sicurezza del territorio!) e oggi avere già avviato il ragionamento complessivo sul nuovo Prg di cui la stessa Variante è presupposto fondamentale".

L'assessore, infine, spiega le motivazioni che hanno portato alla scelta di avviare prioritariamente la Variante rispetto al nuovo Prg generale: "Deriva anche da quanto emerso nei numerosi incontri fatti in città in occasione dell’avvio del nuovo Prg in cui tra le prime istanze evidenziate dai cittadini, accanto alla richiesta di recuperare l’identità dei luoghi, emergeva quella della sicurezza del territorio in cui abitiamo. L’Urbanistica non può e non deve più essere considerata come un bancomat; è invece uno strumento importante per creare sviluppo, tutelare dal rischio i nostri territori e avviare azioni di rigenerazione per provare a restituire la bellezza che alla nostra città è stata in parte sottratta. In questa direzione si sta lavorando con la speranza che da adesso, anche grazie a questa sentenza che sgombra il campo da ogni dubbio, si possa procedere con maggiore unità e velocità nell’interesse della città".