Servizi sociali ancora sotto la lente d’ingrandimento. Appalti, bandi, procedure, interrogativi ben precisi e risposte poco chiare. Torna all’attacco il consigliere comunale Angelo Burrascano che nelle scorse settimane aveva puntato i riflettori su alcuni affidamenti dei servizi sociali comunali e del distretto socio-sanitario D26, soffermandosi in particolar modo sulla coop Genesi, la stessa che pochi giorni fa è finita al centro dell’operazione della Polizia “Patti e Affari”. La Genesi di Giuseppe Busacca ha fatto il suo ingresso nei servizi sociali messinesi solo pochi mesi fa partecipando a diversi bandi per l’affidamento dei servizi e accaparrandosi tutti gli appalti per i quali aveva presentato offerte. Genesi “assopigliatutto” (VEDI QUI), per la capacità di vincere tutto, con quei ribassi al 100% che tanto hanno fatto discutere. Genesi che ha attirato l’attenzione del consigliere Burrascano che ha passato ai raggi x carte e documentazioni delle varie gare, segnalando una serie di anomalie. L’esponente del Megafono aveva messo in luce diversi errori soprattutto nel servizio di assistenza domiciliare anziani e aveva chiesto risposte certe all’amministrazione comunale. Qualche risposta è arrivata, ma è servita solo ad ingrarbugliare ancor di più la questione perché sembrerebbe che l’ormai ex dirigente dei servizi sociali Giovanni Bruno abbia dato ragione al consigliere confermando la presenza di errori nelle documentazioni legate all’offerta con cui la Genesi ha vinto le gare, spiegando però che sono stati immediatamente corretti e che comunque non inficiavano la procedura di gara. Burrascano però non ci sta.
“Le giustificazioni da parte della Genesi presentano le seguenti anomalie: preventivi redatti dalla ditta NFConsulting e dal dott. Giovanni Marrapodi che non indicano però l’importo del servizio oggetto del preventivo, la data di emissione del preventivo, la durata; assenza di preventivo per i seguenti servizi: pasti caldi (importo indicato – €. 29.200,00), lavanderia (importo indicato – €. 480,00) spese per consulenza / buste paga (importo indicato – €. 800,00); materiale di consumo (importo indicato – €. 960,00); assenza di quadro dimostrativo delle voci che hanno determinato il costo del “Servizio di Trasporto ed Accompagnamento (importo indicato – € 12.000,00); assenza di preventivo per i servizi legati a “Promozione e divulgazione del progetto” – 6.1 “Attività di promozione del progetto”.
Burrascano aggiunge che il contenuto della risposta ricevuta è palesemente fuorviante e diverge rispetto al problema posto. “A fronte di una puntuale interrogazione che evidenzia madornali errori nel riscontro dei dati contabili formulati dall’impresa aggiudicataria, quali l’assenza di controllo e di analisi dei documenti giustificativi, il Dirigente del Dipartimento Politiche Sociali (che a sua volta era anche Presidente della Commissione di Gara), nel formulare la risposta, dopo aver ammesso di aver effettivamente riscontrato errori, sorvola con nonchalance sugli altri punti dell’interrogazione”. Un’altra stranezza segnalata da Burrascano è il fatto che il Dirigente, nel redigere la risposta l’interrogazione del consigliere, anziché limitarsi ad una valutazione degli atti della Commissione di gara ed alla comparazione degli stessi con quanto esposto nell’interrogazione del 30.06.2015, ha richiesto chiarimenti alla società aggiudicataria, accettandoli.
“Ricordo che la Gara è già chiusa da molto tempo, che si è proceduto con l’aggiudicazione definitiva, che l’Amministrazione Comunale ha già sottoscritto il contratto d’appalto con l’impresa e che il servizio è in espletamento. Con tale comportamento, il Dirigente in questione, per poter giustificare e sostenere che quanto dichiarato dall’impresa è esatto, si è sostituito all’intera ex Commissione di Gara, un comportamento censurabile, in quanto sono stati violati i principi di imparzialità e di “cristallizzazione” degli atti di gara”.
Per Burrascano è semplicemente paradossale che si sia permesso ad un’impresa di rielaborare a gara chiusa ed aggiudicata e servizio in esecuzione, la correzione di documenti che erano stati consegnati dalla medesima e dalle altre imprese partecipanti durante la gara. “Con l’azione posta in essere di “disponibilità” alla correzione dei documenti di una sola impresa, (quella aggiudicataria, grazie alla “dimenticanza” di controllo degli atti), si sono violati palesemente i principi di imparzialità e di parità di trattamento tra partecipanti, facendo venire meno il confronto competitivo su elementi certi ed effettivi. E tanto meno si pensi di invocare a giustificazione di tale “anomalo” comportamento, l’ipotesi di rinegoziazione, poiché tale istituto è stato ampiamente oggetto di corposa giurisprudenza e da ultimo anche dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le politiche comunitarie, che ha testualmente esplicitato l’assoluto divieto di rinegoziazione.
“Nell’ipotesi che invece il Dirigente delle Politiche Sociali, pensasse di giustificare il suo “discutibile” comportamento, sostenendo che si trattava di semplice regolarizzazione di documenti, si richiama il Parere n. 72 del 09.05.2013 reso dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, che qui di seguito si riporta per estratto: “Espressamente vietata, la regolarizzazione postuma dei documenti presentati dai partecipanti la gara.
Per tutti questi motivi Burrasacano indirizza la sua interrogazione al sindaco e al neo assessore Santisi, chiedendo di conoscere quali provvedimenti intendere adottare nei confronti del Dirigente del Dipartimento Politiche Sociali e dell’impresa aggiudicataria i servizi attualmente espletati in palese danno dell’interesse pubblico.
Il consigliere diffida anche a procedere in autotutela all’immediata revocargli affidamenti di tutti gli appalti in questione.
F.ST.