Bilancio di previsione 2017: c’è il selfie ma non la delibera. Il Comune verso la gestione provvisoria

«La Giunta Accorinti chiude il 2016 con l’approvazione dello schema di bilancio preventivo 2017 -18 19. Un risultato importante che corona e definisce il grande sforzo fatto per riallineare alla normalità la gestione finanziaria del comune di Messina….Con questo atto la città di Messina entra nel gruppo delle città virtuose…». Era il 30 dicembre scorso quando la giunta Accorinti inviava a tutte le redazioni giornalistiche un comunicato stampa per annunciare l’approvazione dello schema di bilancio di previsione 2017 e comunicare un attivo per circa 16 milioni di euro (vedi qui).

A quasi tre mesi da quella data, la delibera sul documento di programmazione – che per il sindaco Renato Accorinti ed i suoi assessori rappresentava il «botto finale per l’augurio di un 2017 in cui raccogliere pienamente i frutti del lavoro fatto in questi anni per tutta la città»non è ancora uscita dagli uffici della Ragioneria. Agli “atti” restano soltanto la foto ricordo della giunta, tutti schierati e sorridenti; ed il comunicato stampa, al quale era stato dato anche un titolo ad effetto: «bilanciati ed allineati».

Come evidenzia il Collegio dei revisori dei conti in una nuova nota di sollecito inviata al ragioniere generale Cama, al sindaco Renato Accorinti, all’assessore al bilancio Cuzzola, al segretario/direttore generale Le Donne, la proposta esitata dall’esecutivo il 30 dicembre non si è mai “materializzata”. Nonostante il selfie e nonostante il comunicato stampa autocelebrativo, del bilancio di previsione 2017 continua a non esserci traccia, con l’aggravante che se entro il 31 marzo – cioè entro due settimane – non verrà adottato dal Consiglio comunale il Comune entrerà in gestione provvisoria, da cui dipendono una serie di limitazioni nell'azione di spesa.

L’Organo di revisione invita quindi l’amministrazione Accorinti ad inviare in tempi brevi tutta la documentazione.

Sebbene i revisori Federico Basile (diventato ufficialmente il presidente del Collegio dopo la presa d’atto del Consiglio comunale), Giuseppe Zingales e Luigi Fallica non lo scrivano, è ormai praticamente scontato che dal 1. Aprile a Palazzo Zanca bisognerà attenersi ad una serie di vincoli per le spese. Anche ammesso infatti che il bilancio di previsione arrivi sulla scrivania dell’Organo di revisione nelle prossime ore, la legge concede ai revisori 30 giorni di tempo per analizzare il documento contabile ed esitare il parere (obbligatorio ma non vincolante). Pure i consiglieri dovranno essere messi nelle condizioni di studiare le carte in commissione prima della discussione finale in Consiglio Comunale. Insomma, per adottare definitivamente il previsionale 2017 passerà ancora parecchio tempo e passata infruttuosamente la data del 31 marzo, il Comune avrà una capacità di spesa condizionata e risorse bloccate a causa della mancanza dello strumento finanziario. Un film già visto che non pochi disagi ha comportato nel recente passato in quel di Palazzo Zanca . Come dimenticare la paralisi amministrativa vissuta prima dell’arrivo dell’assessore Luca Eller , quando l’impossibilità di erogare alcuni servizi e di procedere con i pagamenti ai dipendenti e ai fornitori rischiava di far saltare il banco.

Adesso che quella fase drammatica sembrava definitivamente chiusa , torna a prospettarsi un nuovo stallo .

A rendere ancora più complicata la situazione finanziaria e contabile di Palazzo Zanca c’è poi quell’obbligo di redigere il cosiddetto bilancio consolidato a cui anche l’ente messinese dovrà adeguarsi entro il 30 settembre 2017 facendo confluire all’interno del proprio bilancio i dati contabili delle società partecipate.

I revisori dei conti mostrano preoccupazione ed invitano l’amministrazione ad « attivare le procedure necessarie finalizzate alla conciliazione delle partite creditorie e debitorie, che – scrivono- costituiscono elemento essenziale per la corretta predisposizione del primo Bilancio Consolidato del Comune di Messina».

In questo contesto di ritardi e novità normative, che richiedono uno sforzo notevole da parte dell’amministrazione Accorinti, alle prese con un percorso di risanamento che si sta rivelando tortuoso, non vanno dimenticati i nodi legati al piano di riequilibrio, in particolare quella discrasia da 20 milioni di euro portata alla luce dal l’Organo di revisione (vedi qui). Il neo assessore Cuzzola si è impegnato a fornire delucidazioni nei prossimi giorni, limitandosi per il momento ad affermare che il gap esiste ma di entità inferiore a quella ipotizzata dei revisori dei conti.

Danila La Torre