L’analisi dei renziani dello Stretto: “Voto deludente, adesso si cambi rotta”

Utilizzano lo stesso termine scelto da Bersani per definire l’esito delle elezioni: deludente. A poche ore dalla chiusura delle urne i renziani dello Stretto con una lunga nota intervengono per un’analisi del risultato regionale e locale anche alla luce delle prossime amministrative.

“Il risultato ci delude, ed è al di sotto delle nostre attese- scrivono Francesco Palano Quero, Filippo Cangemi, Alessandro Russo, Giacomo D’Arrigo, Guglielmo Sidoti, Gabriele Lo Re- adesso serve urgentemente rinnovare la classe dirigente di questo Partito. Le oligarchie autoreferenziali, slegate dal territorio, che da anni vivono all'interno delle fumose stanze del Partito, che non hanno saputo leggere i movimenti reali della società italiana, che hanno perso del tutto il rapporto con il territorio vanno sciolte: il rinnovamento dei modi e dei metodi parte da scelte ineludibili ma terapeutiche: l'attuale classe dirigente, ai vertici da oltre 20 anni, sia dignitosa in questo momento difficile per il centrosinistra e faccia una volta per tutte un passo indietro, non ipotechi più il rinnovamento di questo Partito, sappia lasciare liberi gli spazi alle novità che provengono dai territori”.

I rappresentanti del Comitato Provincia di Messina per Matteo Renzi sottolineano come le primarie si siano dimostrate un metodo valido per selezionare le candidature migliori e le più fresche, svilirne la portata attraverso tentativi di usarle per rafforzare equilibrismi e tatticismi interni equivarrebbe alla sconfitta. I dati dimostrano un risultato per il Pd anche al di sotto rispetto a quello del 2008, a riprova che nonostante 4 anni devastanti di centro-destra (a tutti i livelli) il Partito non è riuscito a crescere ed anzi ha sostenuto il governo Monti nonostante la base del partito o gli elettori non ne abbiano mai comprese le ragioni. I renziani fanno poi un’analisi della strategia elettorale di questi due mesi successivi alle primarie e che ha vanificato i consensi raggiunti.

“ La politica non si fa sulla base dei sondaggi, è vero, e tuttavia non si può non tenere conto di quanto il centrosinistra, all'indomani delle scorse primarie, fosse atteso alla vittoria elettorale. Invece, il patrimonio di opinione, di consenso e di credibilità di cui si disponeva si è diluito giorno dopo giorno, con una campagna elettorale poco incisiva, a tratti esitante e sulla difensiva: in tal modo si è riusciti a ridare forza e vitalità, facendolo letteralmente rinascere politicamente, Berlusconi ed il suo PDL, spacciati fino a poche settimane fa”.

Ma adesso Palano Quero e il suo gruppo sperano che la dirigenza del Pd cambi rotta

Mettendo in moto quei meccanismi di rinnovamento finora ignorati. Gli esponenti del circolo Pd “Libertà” si dicono contrari ad un governo essenzialmente “di scopo”, senza concordarne i percorsi con le altre forze politiche, perché si rischia la “balcanizzazione”. Le priorità da mettere in agenda, secondo i renziani sono la nuova legge elettorale, la riforma del finanziamento dei partiti, la disciplina del conflitto di interessi e nuove leggi di lotta alla corruzione, per poi tornare al voto.

“Occorre convocare in brevissimo tempo gli organi di discussione interni del Partito- conclude il documento- sia a livello locale che a livello regionale: che la sconfitta non passi in maniera epidermica, ma sia discussa ed analizzata, mettendo in discussione le responsabilità e ipotizzando le strade da seguire per risalire al più breve la difficile china”.

I risultati del M5S che in Sicilia ed a Messina ha drenato consensi a quella fascia elettorale che non si ritrova più in questo Pd preoccupano e non poco i rappresentanti del Comitato Renzi che già venerdì scorso hanno bruciato tutti sul tempo presentando la candidatura di Francesco Palano Quero alle primarie per sindaco. Con le cifre emerse dalle Politiche, il centro-destra che in città si conferma primo partito alla Camera e con il M5S che è secondo con appena 142 voti di differenza, senza aver mai amministrato il Comune neanche per un minuto, segnale di un voto di protesta in fortissima ascesa, non è l’attuale Pd la forza in grado di costituire, da sola, l’alternativa. Ed alla vigilia delle primarie per le amministrative i renziani lanciano un messaggio all’apparato del partito ed alla “gioiosa macchina da guerra” di Genovese per evitare che, non guardando le piccole crepe, si trasformino in voragini.

Rosaria Brancato