L’Ars: “Buzzanca non ha optato, è automaticamente decaduto”

Buzzanca è decaduto dalla carica di deputato regionale. A dichiararlo è stato oggi pomeriggio il presidente dell’Ars Francesco Cascio ad apertura di seduta: “ Buzzanca non ha esercitato il diritto di opzione tra la carica di deputato regionale e quella di sindaco, pertanto è da intendersi automaticamente decaduto dalla carica di deputato”. A confermare la tesi secondo la quale la decadenza scattava automaticamente entro 10 giorni dalla votazione è stato dunque lo stesso presidente dell’Ars, a meno che Buzzanca, dopo aver annunciato venerdì scorso la volontà di optare per la carica di sindaco di Messina non abbia poi trasmesso tale decisione all’Aula o non lo abbia fatto in tempo utile.
In ogni caso dopo il voto del 12 giugno con il quale l’Ars di fatto sposava la tesi dell’incompatibilità tra le due cariche (dopo una lunga sfilza di sentenze, ultima delle quali in ordine di tempo quella del Tar di Palermo), trascorsi i termini previsti senza alcuna opzione da parte di Buzzanca è scattata automaticamente la decadenza dalla poltrona regionale.
Il suo posto all’Ars andrà al primo dei non eletti nel Pdl, Antonio D’Aquino, nel frattempo transitato all’Mpa, quindi nel partito dell’ex alleato del centro-destra Raffaele Lombardo.

Era stato proprio l’ex assessore regionale Pdl Antonio D’Aquino a rivolgersi ai tribunali, attraverso l’avvocato Catalioto, per chiedere che venisse superata la situazione d’incompatibilità, comune a molti altri politici che però nel frattempo avevano effettuato una scelta. Nel marzo scorso anche il tribunale di Palermo, in primo grado, aveva confermato quanto in precedenza sostenuto dalla Corte Costituzionale. Ad aprile poi anche il Tar, al quale si era rivolto Catalioto per contestare la decisione della Commissione verifica poteri dell’Ars che a gennaio si era espressa per la compatibilità tra le due poltrone, aveva preso la stessa decisione invitando l’Assemblea regionale a deliberare, cosa che è puntualmente avvenuta il 12 giugno con un voto a favore dell’incompatibilità. Assenti in aula quel pomeriggio tutti i deputati del Pdl e gran parte dell’Udc, ed alla fine, a maggioranza l’Assemblea si è espressa per l’incompatibilità. Buzzanca si era appellato anche contro il voto, rivolgendosi al Cga che ha rigettato la richiesta di sospensiva e si esprimerà l’11 luglio. Pochi giorni dopo, il 13, sarà la volta dell’appello contro il Tribunale di Palermo.
Ma l’aula ha già ratificato il provvedimento e Buzzanca, unico caso registrato all’Ars, è automaticamente decaduto dalla carica di deputato.
Rosaria Brancato