Gettoni di presenza ai consiglieri comunali anche se i lavori delle commissioni non iniziano

Il caso dei gettoni di presenza continua a tenere banco a Palazzo Zanca. I consiglieri comunali, finiti sotto i riflettori per l’elevato numero di adunanze che si svolgono ogni mese – costate nel 2014 oltre 900mila euro – non gradiscono tutta questa attenzione mediatica, soprattutto alla luce degli scandali scoppiati prima ad Agrigento e poi a Siracusa. C’è chi sostiene «che non bisogna mettere tutti dentro lo stesso calderone», chi giura di «non apporre la propria firma se poi non può partecipare ai lavori», chi invita a «fare dei distinguo tra i consiglieri produttivi e quelli lavativi».

Tutte obiezioni in linea di principio corrette, anche perché chi frequenta quotidianamente Palazzo Zanca sa esattamente chi sono i consiglieri comunali che partecipano attivamente alle sedute di commissione e di Consiglio comunale e chi va a scaldare la poltrona o usa il Comune come un bancomat. Tuttavia, per affrontare la questione in maniera quanto più possibile oggettiva, la redazione di Tempostretto preferisce far parlare i numeri, evitando qualsiasi valutazione e considerazione soggettiva sul lavoro svolto dai singoli esponenti del Civico Consesso, la cui attività o non attività può essere ben compresa anche leggendo le pagine del nostro giornale. Di alcuni consiglieri comunali si sente parlare solo nel giorno dell’insediamento, poi si perdono le tracce… ma non nelle determine di liquidazione dei gettoni di presenza.

A proposito di numeri ecco nuovi elementi che definiscono ulteriormente i contorni del presunto caso gettonopoli in salsa messinese.

COMMISSIONI: QUANTE SONO E DI COSA SI OCCUPANO

Le commissioni di Palazzo Zanca sono in totale 10, ogni delle quali si occupa di tematiche ben precise: la I^ COMMISSIONE affronta le tematiche inerenti al bilancio, allo sviluppo economico, al patrimonio e al turismo ai rapporti con le società partecipate; la II^ COMMISSIONE si occupa di energia, mobilità, viabilità e trasporti e polizia municipale; la III^ COMMISSIONE di pubblica istruzione, legalità e pari opportunità, commercio, mercati ed agricoltura; la IV^ COMMISSIONE è dedicata ai settori dell’urbanistica e del risanamento; la V^ COMMISSIONE si occupa di ambiente, cimiteri, verde, arredo urbano e giardini, nuovi stili di vita, benessere degli animali e salute; la VI^ COMMISSIONE si occupa di politiche sociali, di politiche del personale, avvocatura e contezioso; la VII^ COMMISSIONE affronta i temi legati alle risorse del mare, protezione civile, sicurezza sul lavoro, lavori pubblici, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria su immobili comunali ; la VIII^ COMMISSIONE è incentrata su politiche di integrazione, cultura e spettacoli, politiche giovanili e sport. La IX^ COMMISSIONE si occupa di Regolamento e Statuto, decentramento e città metropolitana; la X^ COMMISSIONE si occupa di beni comuni, patrimonio, informatizzazione e democrazia partecipativa e censimento, valorizzazione patrimonio storico, artistico e culturale.

LA DOPPIA CONVOCAZIONE

Ciascuna delle commissioni consiliari si riunisce, in seduta ordinaria, una volta alla settimana ed è prevista la doppia convocazione, a distanza di un'ora l'una dall'altra. Ogni commissione è composta da ben 15 consiglieri comunali, numero rimasto invariato rispetto al precedente Consiglio comunale, i cui componenti erano però 45 e non 40 come oggi. Nella precedente consiliatura le commissioni erano 12.

I LAVORI NON INIZIANO MA IL GETTONE LO INCASSO COMUNQUE

Il gettone di presenza viene elargito ai consiglieri che appongono la firma in prima convocazione anche se i lavori non iniziano per via della mancanza del numero legale (pari a metà più uno, che scende a 5 in seconda convocazione). Il regolamento, che parla esplicitamente di «effettiva partecipazione» viene quindi interpretato in maniera molto estensiva al Comune di Messina.

OBIETTIVO 39 PRESENZE

Come spiegato negli articoli dei giorni scorsi, l’obiettivo da raggiungere ogni mese è per i consiglieri di Palazzo Zanca la 39esima presenza, che sia in commissione, in Consiglio comunale o nella Conferenze dei capigruppo. Trentanove presenze al mese assicurano, infatti, il tetto massimo di funzione mensile, pari a 2.184,42 euro lordi, vale a dire 1/3 dell’indennità di funzione del sindaco, che è quanto prevede la legge.

TANTO LAVORO PER …

Nei mesi di Gennaio e Febbraio le adunanze in quel di Palazzo Zanca sono state rispettivamente 57 e 55, numeri che comprendono anche le 11 sedute di Consiglio comunale e le 7 Conferenze dei capigruppo svoltesi nei primi due mesi dell’anno.

Nelle 14 sedute di Consiglio comunale convocate tra il primo gennaio ed il 28 Febbraio sono state votate dall’Aula 5 delibere. Sono state approvate le delibere sul Paes; sul piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio comunale; sull’adesione alla mobilitazione indetta all’Anci Sicilia per protestare contro la gravissima situazione economico-finanziaria dei comuni siciliani; sulla rimodulazione del piano di riequilibrio; ed è stata bocciata una proposta della consigliera Antonella Russo, che chiedeva di adeguare il piano di riequilibrio al decreto 133.

LA PROPOSTA

La capogruppo di “Cambiamo Messina dal Basso”, Lucy Fenech (nella foto), ha inviato una lettera al segretario/direttore generale Antonio Le Donne e alla presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, per chiedere di corrispondere i gettoni di presenza solo per le sedute in cui si svolgono effettivamente i lavori, non potendosi considerare effettiva la partecipazione ad una seduta di commissione che non si svolge per mancanza del numero legale.

«E’ evidente– spiega in un comunicato – che non ci possa essere effettiva partecipazione e non si possono curare gli interessi pubblici in una seduta di commissione che non si apre per mancanza del numero legale e in cui non si svolge alcun lavoro».

Già in passato la consigliera accorintiana aveva chiesto un più rigido rispetto delle regole: «E’ trascorso quasi un anno dalla bocciatura da parte del Consiglio comunale di una mia proposta di deliberazione che mirava ad eliminare la doppia convocazione delle commissioni consiliari, regolamentare l’effettiva partecipazione alle sedute di commissione e del Consiglio e non attribuire il gettone di presenza per le sedute andate deserte. La proposta voleva essere non solo un segno di discontinuità con il passato ma soprattutto un chiaro segnale di responsabilità che tutti i consiglieri comunali, insieme, avremmo potuto dare».

«Il lavoro che con impegno viene effettivamente prestato da tanti consiglieri va riconosciuto, ma – continua il documento – nello stesso modo vanno eliminate distorsioni non accettabili e che spingono ad una mancanza di responsabilità che non deve essere per nulla incoraggiata».

Fenech conclude la sua nota affermando: «Mi auguro comunque che al più presto l’intero Consiglio comunale possa trovare una soluzione condivisa che, così come la legge impone, possa regolamentare in modo chiaro l’effettiva partecipazione dei consiglieri, convinta però che la responsabilità è e sarà sempre una questione personale e di coscienza».

Danila La Torre