Il dg Conte: «Dissesto macchinato da una regia occulta»

Il direttore generale dell’Atm ha deciso di parlare e fare chiarezza sulla crisi dell’Atm, ripercorrendo le tappe salienti che hanno portato al declino dell’azienda, che oggi ha raggiunto il suo punto forse più alto ma che ha origini “antiche”. Il pretesto è la bocciatura in prima commissione consiliare di palazzo Zanca , che si occupa di politiche finanziarie, dei Consuntivi ATM 2007 e 2008, ma il motivo vero è legato ai continui attacchi che piovono sull’Atm dall’esterno, un’azienda in crisi e piena di debiti, che offre alla cittadinanza un servizio insoddisfacente, in termini quantitativi e qualitativi.
Di seguito, vi proponiamo il testo integrale del documento scritto e firmato da Conte, testimone “oculare” degli ultimi 14 anni vissuti dall’azienda speciale di proprietà del Comune che si occupa di trasporto pubblico locale.

«Rassegno queste riflessioni avendo appreso in Commissione Consiliare Bilancio che la burocrazia comunale ha apposto l’ennesima parere negativo sui Consuntivi ATM 2007 e 2008 da sottoporre al Consiglio Comunale. Sembra di capire che il leit-motiv della proposta di bocciatura risiede ancora una volta nel fatto che l’ATM si “ostina” a riportare in ogni suo Consuntivo quanto ad essa dovuto dal Comune di Messina fin dal 1998, sia a titolo di crediti nei confronti di quest’ultimo, e sia in termini di perdite di esercizio accumulatesi a partire da tale anno e mai ripianate gradualmente nel tempo, come dispone la normativa specifica del settore ed il Codice Civile. Con l’ottenuto riconoscimento dei contributi chilometrici della tranvia a partire dalla sua attivazione nel 2003 da parte della Regione, è ora finalmente possibile tracciare una più concreta analisi dei veri motivi del “buco” da circa 50 milioni di Euro che, sul piano sostanziale – quindi al di là delle “alchimie” ragionieristiche e burocratiche addotte -, blocca l’approvazione dei Bilanci Consuntivi dell’ATM da parte del Comune. Anzitutto la notizia diffusa in data 30 giugno u.s. conferma che il Sindaco On.le Giuseppe Buzzanca si colloca fra i pochissimi soggetti istituzionali che hanno prodotto un interessamento concreto per l’Azienda nell’ultimo decennio, piuttosto che divaricare la evidente “incomprensione” creatasi fra Comune ed ATM. Ed infatti i primi 12 dei circa 50 milioni di Euro che “mancherebbero” dalle casse aziendali (includendo in questo disavanzo perfino i circa 13 milioni di tutto il TFR!) sono da ricercarsi nell’aver dovuto gestire dal 3 aprile 2003 la tranvia senza i contributi regionali che la normativa del settore prevede in tutta Italia per le aziende che eserciscono anche la modalità di trasporto su ferro, e che solo oggi il Sindaco On.le Buzzanca, dopo quasi 10 anni di “disinteressamento” del Comune, è riuscito ad ottenere.

E’ di tutta evidenza che questo decennale ritardo del provvedimento normativo regionale ha contribuito in maniera determinante all’attuale dissesto dell’ATM, insieme agli altri di cui si dirà.
Dissesto che, a pensar male, sembrerebbe quasi macchinato da una “regia occulta”, allo stato difficilmente identificabile, con buona pace per gli esiti del recente referendum, tutti da approfondire, naturalmente. Infatti, sono personalmente convinto del fatto che, se oltre a quello del Sindaco, si fosse registrato uno “sforzo corale”, remando tutti nella stessa direzione, il salvataggio dell’ATM sarebbe stato ancora possibile, naturalmente con l’imprescindibile contributo del Sindacato, quest’ultimo traguardato soprattutto ai fini della concertazione di un Piano Industriale realmente praticabile. Il predetto mio convincimento è peraltro ben supportato dai riscontri provenienti da realtà similari siciliane a noi molto vicine, a partire dall’AMT di Catania, dove la sinergia fra il Comune (si badi bene, sia nella sua componente burocratica e sia in quella politica), i Vertici dell’AMT ed il Sindacato, stanno già producendo l’auspicato rilancio dell’Azienda, nonostante un indebitamento più che doppio, come purtroppo spesso accade nel comparto del TPL (Trasporto Pubblico Locale). Ma veniamo alla seconda fra le “note dolenti” più significative.
Ebbene, fermo restando il principio secondo il quale ove le perdite siano state in astratto determinate da scelte e/o azioni degli Amministratori dimostratesi “infelici”, gli autori dei fatti vanno perseguiti a norma di legge, (nel ragionamento è ovviamente compreso anche lo scrivente D.G.!), questo non toglie che il Comune di Messina, a partire dal 1998 aveva ed ha tuttora l’obbligo di corrispondere all’ATM quanto dovuto per legge, oppure non continuare a fruire dei suoi servizi – (sulla qualità dei quali, fino a tutto il 2007, non sussistevano significative doglianze) -, così progressivamente aggravandone l’indebitamento. Poiché l’ultimo Consuntivo approvato è quello del 2003 (per “abbondantissima” decorrenza dei termini previsti dallo Statuto approvato dal Consiglio Comunale – siamo nel 2011!), ecco “ritrovati” altri circa 16 milioni di Euro dei circa 50 che “mancherebbero” dalle casse aziendali, – cui ovviamente vanno aggiunti interessi e rivalutazione -, essendo tale la cifra iscritta in quel Consuntivo per crediti vantati verso il Comune.

Anche il profano comprende come un tale mancato introito abbia contribuito anch’esso ampiamente all’attuale procurato dissesto dell’ATM, con conseguente impossibilità a pagare stipendi ed approvvigionare pezzi di ricambio. E veniamo al terzo, ma non ultimo, motivo che ha contribuito a creare il debito dell’ATM. Dal lontano 1999 il Comune di Messina ha sempre corrisposto all’ATM sempre lo stesso trasferimento pari a circa 13 milioni di Euro (26,5 miliardi di lire circa nel 1999). Ricordo che nel frattempo è intervenuta l’introduzione dell’Euro, l’aumento dei costi delle forniture “strategiche” per l’ATM (gasolio, ricambistica, ecc.), ma soprattutto sono intervenuti cinque aggiornamenti del C.C.N.L. Autoferrotranvieri, con l’intuibile impennata dei costi del personale e la gestione della tranvia. Pur non dubitando della buona fede degli operatori, non vi è dubbio sul fatto che la predetta “anomala” circostanza è stata resa possibile da due formidabili cappi posti contemporaneamente intorno al collo dell’ATM, moltiplicandone così gli effetti negativi sul dissesto: la mancata stipula a partire dal 1995 del Contratto di Servizio, che serve sostanzialmente a regolare con chiarezza e trasparenza i rapporti fra Comune ed ATM in termini di servizi di TPL erogati a fronte del necessario corrispettivo economico a carico del Comune, in favore dell’ATM. Strumento, questo, non solo previsto per legge fin dal 1994, ma addirittura riconosciuto dal Comune con propria delibera di G.M. n. 276 del 6.8.2002, ma mai attuato;l’adozione nel 2005 da parte del Comune, – cioè all’indomani del profilarsi di un sostanziale aumento dei costi aziendali originato dalla tranvia (circa 5,5 milioni di Euro/anno) e dal C.C.N.L. -, di un Regolamento di Contabilità che prevede la possibilità per il Comune stesso di fissare unilateralmente i trasferimenti finanziari in favore dell’ATM……. in caso di assenza del Contratto di Servizio (!!!), di fatto bloccandoli per dodici anni!!! Mi sembra superfluo ogni commento!

E concludo con un’ultima considerazione che prospetto anche questa senza alcun commento.
Le entrate sulle quali può contare l’ATM sono tre: a) contributi regionali, la cui storia si è conclusa con l’intervento del Sindaco di cui si è detto; b) trasferimenti finanziari del Comune, nei termini di cui sopra; c) ricavi diretti da biglietti e abbonamenti, le cui tariffe sono fissate dal Comune. In proposito mi limito ad osservare che fino al 1° marzo 2010 il biglietto di corsa semplice costava € 0,50!!! (si intende, per chi aveva il senso civico di pagarlo, con buona pace dei nostri controllori finiti al Pronto Soccorso per le botte ricevute). Quanto sopra senza dire che i ricavi relativi alle multe elevate dai nostri Ausiliari del Traffico affluiscono nelle casse comunali, con buona pace per il “buco” da 50 milioni di Euro!!!
Da quanto sopra si rileva a primo esame lo stato di “compressione” dell’Azienda sotto il profilo economico-finanziario, che rassegno al fine di contribuire al dibattito in corso e limitandomi soltanto alle questioni di maggior rilevanza».