Comune nel caos, servizi e lavoratori appesi al filo. Raccolta rifiuti ferma, bufera a Messinambiente

Il banco ormai è saltato. La crisi in cui sta precipitando Palazzo Zanca sta lentamente travolgendo tutto il mondo che ruota attorno alla vita amministrativa e che dipende direttamente dalla casa madre. I settori vitali sono in agonia. I servizi sono tutti a rischio, gli stipendi al momento non saranno pagati, centinaia di lavoratori, dalle partecipate, ai servizi sociali, fino ai dipendenti comunali, stanno vivendo giorni di terribile angoscia soprattutto perché non si riesce a vedere la fine del tunnel. Sempre ammesso che questa fine ci sia davvero. Questa nuova settimana che inizia oggi sarà difficilissima e tutto resta appeso al filo del bilancio di previsione 2015.

Sul fronte dei rifiuti è già il dramma. Da domenica sera si è fermata la raccolta

e oggi Messina si è svegliata con almeno 500 tonnellate di spazzatura per le strade. Un’emergenza che si tentava di scongiurare da giorni e che alla fine è esplosa perché i nervi sono saltati. Domenica mattina 7 autisti di Messinambiente si sono rifiutati di effettuare il secondo viaggio verso la discarica per smaltire quanto raccolto durante la giornata, in vista anche del giorno di chiusura dell’impianto. Autocompattatori e autoartiocolati sono rimasti fermi a Pace e in via Salandra perché stracolmi di rifiuti. Da domenica sera neanche un mezzo è uscito in strada per i servizi di raccolta e oggi si potrà ricominciare a raccogliere solo dopo il primo viaggio verso Motta S. Anastasia e solo se il liquidatore Giovanni Calabrò deciderà di predisporre dei turni di raccolta fuori orario, durante la giornata. Un’emergenza che adesso la città si trascinerà per giorni. Un’emergenza figlia dell’esasperazione di un gruppo di lavoratori che non è riuscito ad aspettare almeno fino ad oggi per sapere se le promesse sullo stipendio sarebbero state mantenute. Da giorni la tensione si era fatta sempre più alta a Messinambiente, i lavoratori avevano rinunciato allo sciopero che era stato indetto per lo scorso martedì 19 perché avevano accettato di avere pazienza e perché la soluzione tampone trovata con la transazione avrebbe comunque garantito dei soldi a Messinambiente nonostante l’assenza del bilancio, a differenza di tutti gli altri servizi. In 7 non hanno retto l’idea di dover attendere ancora qualche giorno e hanno mandato in tilt tutta la raccolta. Durissime le parole di Calabrò che ha parlato di «grave atto di insubordinazione», ha imemdiatamente sospeso i 7 dipendenti e ha annunciato una denuncia all’Autorità giudiziaria per interruzione di pubblico servizio (VEDI QUI).

Un calderone in piena ebollizione che vede dentro anche gli operatori dei servizi sociali, i lavoratori dell’Ato3, i dipendenti comunali, i lavoratori delle cooperative esterne che gestiscono servizi per conto del Comune. Questa mattina le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UILFPL, CSA, SILPOL e DiCCAP si riuniranno in assemblea con il personale comunale, dalle ore 9.30, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca. Argomenti dell'incontro saranno il pagamento degli stipendi relativi al mese di aprile, il salario accessorio e la stabilizzazione dei precari. L'assemblea potrebbe causare disagi nel normale funzionamento degli uffici.

Amaro il commento che arriva dalla Fp Cgil: «In questo momento l’unica cosa che possiamo fare è stare a guardare e sperare che ciascuno, per quanto di propria competenza, si assuma le responsabilità di agire e lavori affinché venga trovata una soluzione. Il nostro “attendere”, però, non significa che staremo con le mani in mano: nel caso in cui, infatti, le cose non vadano per il verso giusto, con l’unica conseguenza che ad andarci di mezzo saranno centinaia di famiglie, siamo pronti a dare vita ad una mobilitazione senza precedenti, destinata a lasciare il segno». La segretaria Clara Crocè annuncia che già oggi saranno convocate tutte le Rsu per discutere e decidere insieme il da farsi, ma senza entrare nel merito di questioni che per il sindacato sono diventate un vergognoso terreno di scontro e bisticcio politico. «Una politica che fa il gioco dello scarica barile, dimenticando, però, che se quel ruolo istituzionale lo sta ricoprendo, è solo per merito e scelta di quelle stesse persone, che adesso, per tutta risposta, rischiano il loro futuro anche a causa di quanti sono stati eletti per tali incarichi». I lavoratori sono stanchi ed esasperati: la mancata approvazione del bilancio, oltre a mettere a dura prova i sacrifici economici dei cittadini, considerando che ormai da mesi si vive con l’incubo che gli stipendi possano non essere pagati, sta mettendo a dura prova anche i “nervi” delle persone, costrette a subire degli stress emotivi non di poco conto. Soprattutto per quanti, e sono tanti, sanno di poter campare solo con un’entrata mensile. La Fp Cgil non intende più assistere né a queste né a quelle chiacchiere, non intende più ascoltare, intende solo sapere che una soluzione è stata trovata. E se così non dovesse essere sarà una mobilitazione senza precedenti.

Francesca Stornante