I Feluca in presidio a oltranza denunciano illeciti. Gli ex Aicon trattati da “extracomunitari”

Ormai da due giorni a Palazzo Zanca c’è il presidio permanente di due lavoratori che davvero non ce la fanno più. Hanno deciso di occupare a oltranza perché andare avanti è diventato impossibile e non riescono più a continuare ad aspettare. Sono due lavoratori Feluca che ormai da mesi, insieme a tutti i colleghi, sono appesi al filo della speranza di un’operazione di mobilità tra le partecipate di Palazzo Zanca che dovrebbe farli tornare a lavorare. Nello scorso mese di ottobre sembrava tutto fatto con l’atto di indirizzo che l’amministrazione Accorinti aveva siglato per dare il via a questo movimento di personale che avrebbe portato alla ricollocazione dei 16 ex Feluca, dei 53 Ato3 e dei 12 ex Agrinova all’interno di Amam, Atm, Messinambiente. Ancora però tutto tace. E loro non ce la fanno più.

Hanno deciso di alzare il tiro e denunciano la possibilità di illeciti nell'espletamento delle procedure di mobilità verso le altre società partecipate del Comune e preannunciano l’attivazione dell'azione civile, penale, amministrativa e contabile. Lo fanno attraverso una lettera della Fim Cisl inviata al Sindaco, al Vicesindaco, al Liquidatore di Feluca, al Presidente del Consiglio comunale e al Prefetto di Messina ripercorrendo la vicenda e i ritardi nell'espletamento “delle doverose procedure, a discapito dei lavoratori e della finanza pubblica, che ha cagionato danni innumerevoli ai dipendenti della Feluca SpA in liquidazione”.

I lavoratori, infatti, per tutto il 2014 non hanno potuto godere di alcun ammortizzatore sociale e sono privi di stipendio. Da qui l’iniziativa della Fim Cisl di Messina che non intende fermarsi nel denunciare tutti gli inadempimenti sin qui verificatisi in merito alla vicenda Feluca.

A soffrire però in questo momento sono in tanti. Vertenze diverse tutte accomunate dal senso di impotenza e disperazione di chi non sa più cosa fare e a chi chiedere aiuti. Stiamo parlando dei 302 lavoratori ex Aicon che, come ultima spiaggia avevano provato a chiedere aiuto al Consiglio comunale messinese. Nonostante la vertenza non sia di stretta competenza comunale, il Comitato degli ex Aicon aveva chiesto una seduta aperta del Consiglio in modo da riaccendere i riflettori sulla vicenda e magari riuscire a portare in aula qualche esponetne politico regionale. Con grande rammarico e delusione però hanno dovuto apprendere che il Consiglio Comunale di Messina “non ritiene idoneo affrontare, con una seduta aperta di Consiglio, la nostra avvilente vicenda lavorativa, in quanto la società da cui proveniamo non aveva sede in Messina”, così scrivono i lavoratori che dal 31 dicembre rimarranno anche senza alcun ammortizzatore sociale. A farsi portavoce di questa richiesta era stato il consigliere Pd Pietro Iannello che però si è visto rispedire al mittente la richiesta perché la problematica sarebbe di carattere provinciale.

“Poco importa se la maggior parte delle maestranze della ex Aicon fossero messinesi o che le province siano state abolite, la nuova classe politica comunale, immemore dei pietosi corteggiamenti per ottenere i nostri voti alle elezioni comunali, ha deciso che noi siamo i nuovi “extracomunitari” di Messina. Ci auguriamo che il Presidente del Consiglio Comunale ed i suoi Capigruppo consiliari, nel festeggiare il natale ed il capodanno grazie ai proventi dei gettoni di presenza che percepiscono anche grazie ai nostri voti, trovino un minuto, anche un solo secondo, per riflettere e pensare al gesto vile fatto nei nostri confronti e nei confronti delle nostre famiglie, che a Messina risiedono, vivono e pagano le tasse da generazioni. Sicuramente non potremo permetterci il panettone o una cena di livello per queste feste e arriveremo alla fame nel 2015, ma mai rinunzieremo alla dignità di essere Messinesi e teoricamente figli di un sistema democratico, nonostante l’inattivo Consiglio Comunale, nonostante il bugiardo Governo Regionale, nonostante il grande e grave strazio che i nostri familiari, ancor prima di noi, stanno subendo” scrive il Comitato.