Operazione Gioia, altri 6 messinesi a giudizio

Prosegue, davanti al GUP Tiziana Leanza, l'udienza preliminare scaturita dall'Operazione Gioia, l'inchiesta dei carabinieri sui collegamenti tra i messinesi – soprattutto del rione Mangialupi – accusati di traffico e spaccio di droga – e il gruppo dei barcellonesi accusati anche di aver messo a segno una serie di furti nella zona di MIilazzo. Oggi il Giudice ha rinviato a giudizio sei persone, e cioè Angelo Aspri, Giuseppe Astuto, Nunzio Corridore, Antonino Casablanca, Giacomo Pulejo e Pasquale Erba. I sei affronteranno il processo a partire dal prossimo aprile. E' iniziata la discussione, poi, per gli imputati che hanno scelto di essere processati col rito abbreviato, quindi per i barcellonesi accusati di associazione, mentre mercoledì toccherà ai messinesi. Per tutti loro sentenza potrebbe arrivare già domani. Cioè per Redouane Rahbib,di Barcellona; Carmelo e Daniele Montrone, di Falcone; i fratelli Lucio e Daniele Mazza delle Case Cep di Messina; Antonio Orlando di Oliveri e il messinese Angelo Conti.

Lo scorso 1 ottobre il Giudice aveva già rinviato a giudizio Domenico La Macchia di Falcone; Rachid Charfi, Ervin Mustali e Mohammed Bahlal di Barcellona; Domenico Accetta, Concetta Maggiorino e Sebastiano Famà, di Falcone; Fabio Emanuele Lo Bianco, Pietro Quattrocchi, Antonino D’Allura e Franco Sidoti di Barcellona; Daniele Ravidà di Oliveri e Valentina Scaffidi di Furnari.

La retata del Reparto Operativo dei Carabinieri, coordinata dal sostituto procuratore della DDA Fabrizio Monaco, scattò ad aprile scorso. L'indagine invece parte da lontano, cioè dal 2013 quando gli investigatori, lavorando alla cattura dei fratelli latitanti Mignacca, "incapparono" negli spacciatori che controllavano le piazze di Oliveri, Falcone e Furnari, documentando i rapporti per i rifornimenti con i messinesi di Mangialupi. Le intercettazioni sui telefoni dei sospetti rivelarono poi anche i retroscena di alcuni colpi in ville del milazzese, permettendo di individuare i responsabili. L'operazione fu battezzata Gioia perché così erano definite le partite di droga negli sms "in codice" che si scambiavano i pusher. (Alessandra Serio)

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