Operazione Gramigna, annullate le condanne ai boss di Giostra e Camaro

E' da rifare il processo per le otto persone coinvolte nel blitz Gramigna. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza emessa nel novembre 2012 dal Giudice per l'udienza preliminare di Messina, alla fine del processo celebrato col rito abbreviato. La Suprema Corte ha rinviato gli atti ai giudici di Reggio Calabria, dove gli interessati si troveranno nuovamente imputati.

Tre anni fa il Gup aveva inflitto otto pesanti condanne, in alcuni casi ancora più dure di quanto aveva richiesto l’accusa: 10 anni di reclusione ad Angela Di Marzo, 9 anni e mezzo ad Andrea Lucania ed Antonella Mazzara, otto anni e due mesi a Luigi Ascione, sette anni e due mesi a Giuseppe Coletta, sei anni e dieci mesi a Carlo Pimpo, infine sei anni di reclusione ad Antonino La Paglia e Tommaso Vadalà.

Hano difeso gli avvocati Domenico Andrè, Salvatore Silvestro, Tancredi Traclò, Antonello Scordo, Antonio Strangi.

Il blitz contro i due clan è scattato nel luglio 2012. I carabinieri, coordinati dai pm Angelo Cavallo e Fabrizio Monaco, avevano tenuto sott'occhio per mesi Arena e Pergolizzi, ricostruendo i loro affari criminali: dalle estorsioni ai cantieri alla droga, passando al sempre fiorente business delle scommesse sulle corse clandestine dei cavalli, una vera e propria tradizione di alcuni rioni cittadini, crudele per gli animali e difficile da cancellare, da estirpare. Proprio come la gramigna.