Lo spaccio ai ragazzi nella ionica, prescritto il processo d’appello Boccavento

Primi effetti della sentenza di Corte di Cassazione del gennaio scorso sui processi in corso. Proscioglimento per tutti gli imputati al processo d’appello dell’operazione antidroga “Boccavento”, l’inchiesta della Procura e dei carabinieri che nel gennaio del 2007 portò a 14 arresti nella zona ionica del messinese. In primo grado erano fioccate le condanne e tra gli imputati c’è anche qualche cognome “pesante” del mondo criminale. In appello oggi i giudici non hanno potuto che accogliere la sentenza della Suprema corte che ridefinisce il comma 5 dell’articolo 73 sullo spaccio come un reato autonomo per fatti di lieve entità, riducendo così i termini di prescrizione da 7 a 6 anni. Pietra tombale sull’inchiesta, quindi, che aveva documentato l’esistenza di una articolata associazione di traffico e spaccio. Hanno difeso gli avvocati Antonino Cacia, Antonino Favazzo, Strangi, Pietro Fusca, Alessandro Trovato, Cettina La Torre, Giuseppe Donato.
In primo grado, nel 2013, erano state 9 le condanne, e 5 assoluzioni totali. Le condanne: 6 anni e 2 mesi, più 28.000 euro di multa a Maurizio Amante; 10 anni, 6 mesi e 35.000 euro a Carmelo Brancato; 6 anni, 6 mesi e 30.00 euro a Nunziato Casablanca; 2 anni a Pietro Paolo Davì; 9 anni e 32.000 euro di multa a Antonino Di Natale; 3 anni e 6 mesi a Carmelo Rizzo; 2 anni a Isidoro Trignano; 2 anni e 6 mesi a Salvatore Turiano; 4 anni a Giuseppe Villari.
Al centro della vicenda “Boccavento” ci fu un vasto giro di sostanze stupefacenti che interessò in pratica l’intero hinterland ionico. L’indagine venne coordinata dall’allora sostituto procuratore della Dda Emanuele Crescenti. I carabinieri si trovarono di fronte a sospetti casi di spaccio di droga leggera anche nei pressi di numerosi istituti scolastici, e a casi di overdose tra Casalvecchio Siculo, Furci Siculo, Forza d’Agrò, Sant’Alessio Siculo, Giardini Naxos, Taormina, Letojanni e soprattutto Santa Teresa di Riva. Tra i clienti degli spacciatori anche i minorenni e i ragazzini delle scuole, utilizzati anche come spacciatori. Tra i canali di approviggionamento della droga, invece, le piazze di Mangialupi a Messina e Catania.