Centro Nato all’Arsenale: sarà garantita la sicurezza dei cittadini e del territorio?

«Abbiamo presentato un’interrogazione ai vari Ministri competenti riguardo il futuro dell’Arsenale militare di Messina, che secondo accordi presi dovrebbe diventare un “Centro di eccellenza” per la demilitarizzazione e lo smaltimento di unità navali NATO» . Ad annunciarlo è l’ on. Americo Porfidia Presidente nazionale dell’NpS – Per il partito del Sud – Noi Sud e membro della Commissione difesa alla Camera .
«Il progetto preparato dall’Agenzia Industrie Difesa – aggiunge il deputato – da cui l’ex Arsenale di Messina è uno degli stabilimenti dipendenti dal 2001, è stato sposato dalla Namsa (Nato Maintenance and Supply Agency), lo strumento logistico-amministrativo della Nato, con sede a Capellen in Lussemburgo. Si tratta dello smaltimento di prodotti chimici e idrocarburi, agenti inquinanti e cancerogeni, rifiuti tossici e speciali; da stoccare, maneggiare, trattare e bonificare. Dato il particolare tipo di naviglio in questione è presumibile che vi sarà da smaltire e accumulare un grande quantitativo di amianto, ma al momento non è dato sapere dove verrà stoccato questo pericolosissimo materiale, che tanta morte e sofferenza ha già provocato in Italia e nel mondo. Noi siamo consapevoli che da molto tempo i lavoratori dell’Arsenale assistono a ridimensionamenti, riduzione di personale e dichiarazioni di esuberi, e che viceversa la situazione in oggetto aprirebbe nuove e prolungate opportunità occupazionali».
« Tuttavia questo non può essere un motivo per non porsi dubbi e domande e soprattutto per chiudere gli occhi di fronte ad eventuali pericoli per le vita umane. Ci rivolgiamo ai Ministri competenti per sapere se non è il caso di rivedere l’intero progetto per evitare che una delle isole più belle del mondo diventi una sorta di pattumiera militare e qualora si fosse convinti della bontà dell’accordo e, quindi, in vista dello smaltimento di grandi quantità di materiale profondamente dannoso, sapere con la massima sicurezza dove si intende stoccare tali materiali senza inficiare l’assetto naturale e sanitario del territorio interessato. naturalmente chiediamo che ogni scelta sia comunque condivisa con la comunità locale e le associazioni di cittadini presenti sul territorio».