“Messina fa la differenza”…mentre annaspa tra la spazzatura. Successi e paradossi della gestione rifiuti

I nuovi mezzi per la raccolta differenziata. I cumuli di immondizia intorno ai cassonetti. I 34 mezzi finalmente arrivati in città dopo due anni di trepidazioni e rinvii. Le tonnellate di spazzatura che da giorni invadono strade e marciapiedi. Il gran clamore che ha scandito tutte le tappe che ieri hanno portato i mezzi in città, dal selfie sul bus dell’assessore Ialacqua insieme agli autisti di Messinambiente in partenza per Catania, all’arrivo in corteo a Messina. Il silenzio sull’emergenza rifiuti documentata ogni giorno da decine di foto, post e segnalazioni di cittadini che stanno facendo i conti con situazioni in molti casi insostenibili. L’inevitabile e giustissima soddisfazione per un buon risultato ottenuto. L’amara rassegnazione di fronte ad uno stato di costante emergenza che ormai è diventato normalità anche sotto questa amministrazione. L’elenco potrebbe continuare. Sono le due facce della gestione rifiuti messinese. Sono gli estremi di una situazione che oggi parla da un lato di grandi successi ignorando che però la città continua a soffrire. Paradossi. Perché è indiscutibile il fatto che l’arrivo di 34 nuovi mezzi, che speriamo saranno destinati solo alla raccolta differenziata e al porta a porta, rappresenta l’inizio di un nuovo percorso, di un nuovo modo di gestire i rifiuti, l’inizio di un cammino virtuoso che i messinesi dovranno essere pronti a compiere e su cui questa amministrazione crede fortemente. Altrettando indiscutibile però è la condizione in cui versa la città esattamente in questi giorni sul fronte della spazzatura. Ieri pomeriggio i nuovi mezzi hanno attraversato le principali strade messinesi in corteo, una lunga parata approdata in piazza Unione Europea per mostrare a tutti che adesso quel progetto tanto annunciato può diventare realtà. In quelle stesse strade però contemporaneamente c’erano e ci sono ancora cassonetti stracolmi e montagne di spazzatura. Nelle periferie e nei villaggi la situazione è molto critica. Oggi il nuovo ciclo della differenziata e del porta a porta verrà presentato a Palazzo Zanca mentre i mezzi nuovi di zecca continueranno a rimanere in bella mostra. Così come i sacchetti di spazzatura ai bordi dei marciapiedi. Paradossi. Sicuramente i nuovi mezzi saranno la ricetta per cambiare davvero registro e non dover più vedere le scene di questi giorni e di tutte le innumerevoli emergenze vissute dalla città. Oggi però la fotografia parla chiaro: dentro e fuori il palazzo grande entusiasmo e importanti novità, girando l’angolo le scene di sempre.

Messina sta infatti pagando ancora le 24 ore di stop della discarica di Motta di una settimana fa. 24 ore senza poter scaricare i rifiuti stanno costando oltre una settimana di sofferenza. Un copione che purtroppo si ripete ad ogni piccolo o grande intoppo, dalla discarica che chiude alla mancanza di carburante per gli autocompattatori. Ed anche a questo ormai sembra essersi rassegnati. Come se fosse normale ritrovarsi in mezzo a tonnellate di spazzatura perché per un giorno la discarica ha chiuso i cancelli. A questo si sono aggiunti anche due mezzi guasti e quindi ulteriori disagi nella raccolta e smaltimento. Ma non può più essere una giustificazione. Per decidere di tagliare la spina a Messinambiente e di chiudere una volta per tutte i conti con una società che negli ultimi anni ha prodotto più debiti che servizi basterebbero le innumerevoli immagini dell’emergenza prolungata di questi giorni. Oltre una settimana per recuperare un giorno di discarica chiusa. I motivi di queste lungaggini sono tanti. I mezzi sono pochi e non riescono a coprire tutte le zone, ovviamente a causa della disastrosa situazione finanziaria di una società in liquidazione. Sono così pochi che se qualcuno si guasta, come in questi giorni, va tutto in tilt. A questo si aggiunge che il sistema di raccolta è inadeguato perché i mezzi a carico laterale lasciano l’immondizia attorno ai cassonetti visto che il carico è dall'alto e non consente agli operatori di recuperare i sacchetti a mano e caricarli sul mezzo. Dunque ci vuole più tempo. E quei sacchetti attorno ai cassonetti inevitabilmente generano servizi straordinari, notturni e festivi, facendo anche lievitare i costi. A non funzionare è anche il sistema di trasporto in discarica attraverso l’utilizzo della piattaforma di Pace: un metodo evidentemente inadeguato perché non potendo più buttare a terra i rifiuti si procede lentamente, la raccolta si strozza la raccolta ed anche il salto di un solo turno determina il blocco totale.

Tutto questo è il chiaro quadro clinico di Messinambiente che vive in un costante equilibrio precario e che non riesce a gestire come si dovrebbe il comparto rifiuti. Una considerazione che andrebbe fatta oggi più che mai, visto che alle porte c’è una scadenza importante. Il 30 giugno termina la validità dell’ordinanza con cui l’amministrazione Accorinti ha affidato la gestione dei servizi di igiene ambientale, quindi di fatto Messinambiente non potrebbe più occuparsi dei rifiuti. L’ordinanza non potrebbe essere neanche rinnovata o prorogata, così stabilisce la norma giuridica. E in più si aggiunge l’altra ordinanza, quella regionale firmata una settimana fa da Crocetta, che stabilisce proprio per Messina tappe precise tra cui l’affidamento della gestione rifiuti attraverso strumenti ordinari, cioè il Piano Aro che dovrà essere approvato entro il 30 giugno. Se questo non fosse ancora sufficiente, basterebbe porsi una semplice domanda: chi gestirà il porta a porta che grazie ai nuovi 34 mezzi dovrebbe partire il primo luglio?

Sulla questione è intervenuto anche il capogruppo di “Felice per Messina” Peppuccio Santalco che attacca duramente l’amministrazione Accorinti per il comportamento del sindaco e dell’assessore Ialacqua, anche in ottica Multiservizi. “Sin dal suo insediamento l’assessore Ialacqua ha continuato a mantenere in vita Messinambiente nominando commissari straordinari che hanno solo determinato continui debiti di cui il Comune si fa carico. Tale situazione non è più tollerabile, denunciamo pubblicamente l’incapacità politica nel trovare una soluzione che preveda la costituzione di una società in grado di fare investimenti in attrezzature e mezzi e dia continuità di lavoro ai dipendenti”. Per Santalco non si può continuare con una società tutta pubblica, il consigliere comunale invoca una compartecipazione mista con i privati. “La gestione dal 2013 si è caratterizzata per continue proroghe a Messinambiente, l’eccezionalità è diventata normalità, mentre ancora non sono stati definiti i bilanci 2014 e 2015”. Santalco chiede con forza che si faccia chiarezza sulla gestione complessiva di Messinambiente, dal punto di vista finanziario e gestionale, e spera in un intervento urgente della Corte dei Conti che induca l’amministrazione ad accelerare i tempi per il rilancio di una nuova società cittadina per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.

Francesca Stornante