La Vara secondo Perna: ampliare i comitati e riprendere qualche idea di Todesco

La polemica sugli 80 euro che il Comune non ha potuto spendere per acquistare il cero votivo per la Madonna di Montalto ha prepotentemente acceso i riflettori sull’altra grande festività simbolo di Messina: la Vara. Mancano solo due mesi alla tradizionale processione che porta in strada centinaia di migliaia di fedeli da tutta la Sicilia e dalla vicina Calabria, il tempo stringe e la macchina organizzativa deve essere messa in moto. A tenere le redini sarà l’assessore alla Cultura Tonino Perna che in questi mesi non aveva ancora parlato della Vara ma che si dichiara tranquillo e sereno sulla realizzazione della manifestazione. “Ho già avviato un dialogo con numerose associazioni perché tra i principali obiettivi c’è quello di aprire all’esterno il comitato storico-scientifico e di portare all’interno dell’organizzazione il maggior numero di forze che vorranno mettersi a disposizione della manifestazione” ha spiegato l’assessore. Perna assicura che nel giro di poche settimane si darà il via ai tavoli di confronto con i due comitati, quello storico-scientifico e quello tecnico, introdotti lo scorso anno dal suo predecessore Sergio Todesco e che avevano sostituito lo storico comitato Vara che nei mesi precedenti si era autosospeso.

Era stato però proprio l’assessore Todesco, nei primi giorni di lavoro dell’amministrazione Accorinti, a puntare il dito contro la gestione commissariale di Croce che fino a quel momento non aveva fatto nulla per l’organizzazione del grande evento. Ad oggi però la situazione non sembra essere molto diversa rispetto ad un anno fa. Sul fronte organizzativo però il successore di Todesco non nutre preoccupazioni. A incutere un po’ di timore solo la Corte dei Conti che potrebbe bloccare anche la spesa per la Vara. Ma Perna non si abbatte: “Abbiamo dovuto rinunciare alla Notte della Cultura ma non ho intenzione di fare neanche mezzo passo indietro sulla Vara. La Corte dei Conti non può privare Messina della sua storia e tradizione, farò di tutto per evitare intoppi, ma se sarà necessario sono pronto anche a proteste eclatanti”. In cassa al momento ci sono 34 mila euro a disposizione dell’assessorato alla Cultura, lo scorso anno il Comune ne spese 46 mila di tasca propria, il resto arrivò dagli sponsor, dalla Regione e da chi rispose all’appello del “facciamo la Vara dal basso”. Dunque si dovrà comunque cercare un aiuto esterno anche stavolta.

Era stato sempre l’assessore Todesco a lanciare alcune idee che dovevano essere sviluppate nel corso di questo anno e che però a quanto pare sono rimaste nel cassetto. C’era l’ipotesi di attivare una lotteria nazionale collegata all’evento Vara, di avviare un percorso per ottenere dalla Regione un contributo straordinario di € 80.000,00, di approntare tutti quegli steps preliminari volti alla istituzione di un Museo Comunale delle Machine Festive. Nell’anno trascorso però probabilmente si è pensato poco alla Vara, anche giustamente per i tantissimi problemi che affliggono la città e che meritavano più attenzione e impegno. Si sa però che a ridosso del ferragosto messinese l’attenzione diventerà altissima e anche un piccolo errore di gestione può essere la scintilla di un incendio di polemiche, come accadde lo scorso anno. All’assessore Perna non dispiace l’ipotesi di una lotteria, non nazionale ma a livello cittadino, da organizzare magari anche con il contributo delle parrocchie, dunque dell’Arcidiocesi.

Ogni discussione però è al momento campata in aria. Le certezze sono poche: i 34 mila euro in cassa che non coprono neanche un terzo della spesa necessaria a mettere in piedi un evento di tale portata. “In questi giorni partiranno le consuete lettere indirizzate a chi nel tempo ha sempre sostenuto e finanziato la processione. Valuteremo questa ipotesi della lotteria e poi speriamo che la Regione ci dia una mano” ha spiegato Perna. E se l’assessore non mostra preoccupazioni, è anche vero che il tempo comincia a correre. Dunque forse sarebbe meglio provare a giocare d’anticipo, per evitare di cadere nelle stesse polemiche dello scorso anno.

Francesca Stornante