Il caso gettonopoli e la doppia morale del presidente Crocetta

Una premessa è d’obbligo: il caso gettonopoli in Sicilia è una vergogna e merita una serie di riflessioni sia sulla selezione della classe dirigente che sul piano etico. Ma le dichiarazioni del presidente Crocetta lasciano basiti, l’uomo che guida la Regione degli sprechi è senza dubbio l’ultimo a poter intervenire sulla vicenda e per giunta con quelle asserzioni. E’ come se Dracula dicesse: “basta con questi vampiri che escono di casa all’alba, dobbiamo cambiare le cose. Decidiamo noi chi sono i vampiri buoni e quelli cattivi”. Nel pieno del clamore per lo scandalo gettonopoli, in merito al quale Tempostretto ha documentato in una lunga serie di articoli la situazione messinese ormai da settimane, Crocetta ha rilasciato all’Ansa alcune dichiarazioni: “Fare il consigliere non è una professione ma un’attività di servizio pubblico che si deve basare sulla passione politica e i gettoni devono servire a coprire solo le spese e non possono corrispondere a quelle di un assessore che lavora a tempo pieno. Queste vicende ci spingono a prendere decisioni rigorose anche a tutela dell’immagine dei tanti consiglieri che svolgono attività politica non per lucro ma pe passione. Inseriremo nella legge di stabilità un norma che prevede per i consiglieri comunali un compenso massimo pari al30% dell’indennità di un assessore”.

Fin qui nulla di strano se a dire queste cose fosse stato un esponente di quel M5S che ha scoperchiato il vaso di Pandora e non il governatore Crocetta che, ad esempio,solo per dirne una, un giorno dopo l’insediamento annunciò il taglio dell’indennità sua e degli assessori e ha iniziato a “metterci mano” solo due anni dopo, nel gennaio 2014…. O ancora, per citare altri esempi, è lo stesso Crocetta in lite da anni con il Pd perché né lui, né gli altri assessori a lui e al Pd riconducibili hanno pagato nei primi anni la quota al partito (per la verità non lo fanno neanche molti deputati regionali e nazionali e nel frattempo i dipendenti del partito regionale sono in cassa integrazione). O ancora, è lo stesso presidente che in questi due anni e mezzo ha fatto più spoil system lui di Lombardo e Cuffaro messi insieme, sistemando nelle poltrone d’oro i suoi uomini, nonché commissariando tutto il possibile e piazzando in quei posti sempre persone a lui vicine e profumatamente pagate. O ancora è lo stesso presidente di una Regione che finisce in prima pagina per le inchieste sulle spese folli dei gruppi dell’Ars, dalle cene ai bizzarri rimborsi. Ed è sempre lo stesso presidente della Regione che vede i suoi consiglieri essere equiparati in tutto e per tutto (stipendi compresi) ai senatori,ed infatti vengono chiamati deputati (a differenza di tutti i consiglieri regionali d’Italia). Il 16 febbraio scorso, Crocetta, intervenendo alla conferenza stampa che si è svolta al Cas, mentre stavo chiedendo chiarimenti al presidente del Cda Faraci a proposito delle indennità da 56 mila euro l’anno, rimborsi da 5 mila euro al mese per ogni singolo componente fino ad arrivare ai 50 mila annui, mi ha tacciato di “fare gossip, è giusto che i membri del Cda che fanno un lavoro serio e concreto incassino queste cifre. Lei fa solo gossip”. Quindi secondo la logica del governatore gli uomini da lui messi nelle poltrone possono incassare le cifre che ritengono più adatte e se una giornalista glielo fa notare “è gossip”,pettegolezzo, mentre il discorso si ribalta quando si parla di quello che potremmo definire “il muretto basso”, quello sul quale tutti in questo momento stanno puntando,giustamente,il dito.

Lungi da me difendere i consiglieri comunali, ma non faccio mai di tutta l’erba in fascio e men che mai condivido le dichiarazioni di un governatore che usa due pesi e due misure. Non si capisce per quale criterio un consigliere comunale debba fare politica per passione e un assessore no. Gli assessori della giunta Accorinti non hanno mai applicato il primo punto del programma (per la verità neanche gli altri punti) e che prevede la riduzione delle indennità. Le uniche riduzioni sono in virtù del doppio lavoro che continuano a fare e questo Crocetta quando scrive che gli assessori lo fanno a tempo pieno dovrebbe ricordarlo. La norma deve essere modificata è chiara, la classe dirigente deve essere selezionata meglio, ma non può essere certo Crocetta a fare queste dichiarazioni. Non può essere a fasi alterne, i costi del Cas vanno bene nonché quelli per tutte le poltrone date a chi non è stato eletto a differenza dei consiglieri ma “gode” solo della vicinanza con chi ha vinto, mentre invece i gettoni di presenza sono “moralmente deprecabili”. Questa si chiama doppia morale. Infine Crocetta dovrebbe ricordare che non è stato eletto dagli angeli ma da gente che ha lavorato sul territorio portando il suo nome tra gli elettori. Gran parte di questi portatori di voto sono proprio quei consiglieri che a quanto pare per lui sono “politici di serie B” e che lavorano meno di un assessore.

Non ho mai smesso di criticare l’Aula quando serve e so chi lavora e chi no, sia in giunta che in consiglio, sia all’Ars che in giunta regionale e quanto detto da Crocetta lascia sconcertati. Infine ho un dubbio amletico: perchè un consigliere comunale debba fare politica solo per passione (e Crocetta ha iniziato la carriera proprio come consigliere comunale,ovviamente pagato con il gettone di presenza) e tutti gli altri no? La passione non ha confini e vale per l'ultimo dei gradini come per il primo della Piramide. Detto questo i furbi ci sono in tutte le Aule e in tutte le poltrone, occorre cambiare la normativa e il cambiamento deve riguardare tutti e tutto e non solo chi è nell'occhio del ciclone.

Rosaria Brancato