La sabbia del porto di Tremestieri per il ripascimento di Galati

Meglio tardi che mai. Una soluzione ovvia, che sarebbe stato utile attuare anche in occasione dei dragaggi effettuati in passato, ma che si trova solo adesso. Per il porto di Tremestieri, la sabbia è un danno enorme; per la costa di Galati Marina, e non solo, quella sabbia è vita. Basta fare 2 + 2 per concordare l’idea di spostare la sabbia dal porto alla costa, salvando capra e cavoli.

Si è arrivati a questa conclusione nel corso di una riunione che si è svolta nella sede dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, coordinata dal neo assessore, il messinese Maurizio Croce. Hanno partecipato al tavolo il responsabile del Piano per l’assetto idrogeologico, Aldo Guadagnini, il responsabile provinciale della Protezione civile di Messina, Bruno Manfré, il segretario generale dell’Autorità Portuale di Messina, Francesco Di Sarcina, il direttore dell’Arpa, Francesco Licata Di Baucina, ed il direttore generale dell'assessorato regionale all'Ambiente, Gaetano Gullo.

Sarà l’Autorità Portuale a posizionare sul molo la sabbia dragata, che poi con mezzi regionali sarà trasportata a Galati Marina, per iniziare il ripascimento dei 200 metri di costa erosa. L’Arpa si occuperà invece dello studio integrato per la ricostituzione del litorale fortemente compromesso nella sua biostabilità, così come del controllo del materiale che servirà a ricreare la fascia di spiaggia totalmente scomparsa. Entro 60 giorni verranno quindi posti, in prossimità delle abitazioni invase dall’acqua, i massi di protezione a terra e contestualmente verrà affidato il progetto per la posa dei “pennelli” frangiflutti.

Se per Galati Marina, dopo i danni, si è giunti ad una soluzione positiva, non altrettanto per il porto di Tremestieri. Bisognerà attendere ancora almeno 15 o 20 giorni perché possa rientrare in funzione e, nel frattempo, sarà invasione di tir in centro città. L’Orsa scrive al sindaco Accorinti ed agli assessori Cucinotta e Cacciola, puntando il dito contro le scelte adottate dall’amministrazione comunale. “Il semplice esordio invernale – scrive il sindacato – ha vanificato la tolleranza zero contro i tir e, alla luce dei fatti, si registra solo la tolleranza zero contro il traghettamento pubblico e il diritto alla mobilità nello Stretto, abilmente sfruttata da Catania che in tempi da record si è organizzata per intercettare l’attività produttiva snobbata dalla Messina sprecona, appiattita su progetti fantasiosi, quanto presuntuosi, di città futuristica in totale assenza di elaborazioni credibili e nuove infrastrutture adatte a sostituire quelle esistenti. Gli eventi metereologici di routine non bastano a giustificare una situazione che da anni si trascina con risvolti politici, economici e di gestione del potere che va oltre il ‘semplice’ traghettamento. Tremestieri è un progetto nato male, una eterna incompiuta che ha consentito ai padroni della rada San Francesco di rafforzare il monopolio del traghettamento e proseguire il viavai di mezzi pesanti con la complicità della politica vecchia e nuova, cosciente o incosciente”.

Il sindacato chiede che si apra un’inchiesta “sugli sprechi e sulla scarsa professionalità di chi ha progettato e realizzato l’approdo in quella zona fra falsi proclami e perenni rinvii e oggi si appresta ad utilizzare altri 80 milioni di denaro pubblico per completare una struttura che non risponde alle esigenze della città e torna economicamente utile solo alle imprese che costantemente effettuano il dragaggio del fondale”. L’invito è addirittura quello di “spostare” i fondi disponibili per l’ampliamento del porto di Tremestieri su un porto totalmente ex novo da realizzare a Villafranca o a Giammoro, aree già individuate in passato sia dall’Orsa sia dal Comitato “La nostra città”.

Una commissione d’inchiesta è quanto torna a chiedere anche il consigliere comunale Santi Daniele Zuccarello, che già nello scorso mese di luglio, insieme alla collega Donatella Sindoni, aveva presentato una delibera in tal senso, chiedendo anche di affrontare i problemi della seconda invasatura ed il fatto che siano stati necessari ben tre anni e 3 milioni di euro per arrivare alla fine dei lavori. E’ quello l’unico atto ufficiale portato all’attenzione sia del Consiglio sia dell’amministrazione comunale. “Spiace dirlo – afferma Zuccarello – ma a quanto pare in questi mesi non si è insabbiata solo l’invasatura di Tremestieri. Non volevamo essere facili Cassandre ma quella delibera è stata ignorata dal Consiglio comunale, che ha preferito arroccarsi in posizioni anti-accorintiane senza guardare oltre il proprio naso, e dalla stessa amministrazione, impegnata in una lotta anti-tir necessaria ma limitata ad un solo aspetto della problematica”.

Tutte questioni che si ripropongono alla luce del nuovo insabbiamento. “Tre anni e tre milioni – conclude Zuccarello – per poi tornare al punto di partenza”.

A Tremestieri, poi, non c’è solo il problema dragaggio ma anche quello del lavoro. I dipendenti di Terminal Tremestieri continuano a chiedere garanzie occupazionali sul futuro, soprattutto in merito al nuovo bando per il quale vogliono una clausola di salvaguardia. Considerate non soddisfacenti le risposte della società, il comparto portuali di Fast Confsal Sicilia ha chiesto un nuovo incontro sia all’Autorità Portuale sia a Caronte e Tourist, Bluferries e Meridiano Lines, le tre società che compongono la Terminal Tremestieri. Il sindacato ha dato mandato al proprio ufficio legale di accertare tutte le responsabilità dell’ennesimo insabbiamento che ha causato, ancora una volta, la cassa integrazione in deroga di tutto il personale.

(Marco Ipsale)