Colpi di sciabola tra Calabrò ed Accorinti in vista del ballottaggio

La sfida elettorale si consumerà domenica e lunedì, dentro le urne. Ma il duello vero, senza esclusioni di colpi, tra Renato Accorinti e Felice Calabrò è iniziato un attimo dopo l’ufficializzazione del ballottaggio per opera dell’Ufficio centrale elettorale , non appena terminata la verifica dei verbali prevista dalla legge. Dopo il verdetto del magistrato Giuseppe Bonfiglio, i due candidati ad assumere la carica di sindaco di Messina per i prossimi cinque anni – dopo gli oltre quattro anni targati Buzzanca e gli ultimi 9 mesi sotto l’egida del commissario straordinario Luigi Croce – hanno continuato senza sosta il loro tour elettorale , intervallato dagli incontri con la stampa. Ed è proprio in queste occasioni che i due aspiranti primo cittadino, pungolati dai giornalisti, non si sono risparmiati colpi di sciabola. Da un lato Accorinti che – come ha pubblicamente più volte dichiarato – vede dietro al candidatura di Calabrò l’ombra nera dei poteri forti che hanno devastato la città; dall’altra parte Calabrò, che solleva dubbi sulla reale novità apportata dalla candidatura di Accorinti, alle spalle del quale – a suo dire – operano esponenti politici che hanno militato in partiti di estrema sinistra.

Su questo terreno, si sono scontrati a distanza anche nelle ultime ore, con un botta e risposta che passa ancora una volta dalle pagine dei giornali. In mattinata, il candidato sindaco del centro –sinistra aveva ribadito la presenza dell’estrema sinistra dietro il progetto e la candidatura del pacifista, aggiungendo di vedere dietro di lui «molta oscurità». Un’affermazione che nel quartier generale di Accorinti non è stata particolarmente gradita, tanto da indurre il leader carismatico di “Cambiamo Messina dal basso” a replicare con un comunicato.

«Quando si parla male degli altri, vuol dire che non si hanno argomenti convincenti a proprio favore. Il disco rotto dell’estrema sinistra è una facezia che porta male a chi la argomenta», scrive Accorinti, che aggiunge: « Come si fa a dire che sia “di estrema sinistra” una proposta politica che ha raccolto l’impegno e il sostegno di giovani e meno giovani provenienti dall’esperienza dell’impegno cattolico, dall’associazionismo, dal volontariato, dalle professioni, dal mondo della cultura, dal sindacato, dal disagio sociale, dall’arte e, insieme a questi, da chi ha praticato attivamente impegno politico senza mai partecipare alla spartizione della città? »

«La verità – continua Accorinti – è che Messina ha compreso, accolto e premiato con un consenso da molti imprevisto il progetto politico di partecipazione da me proposto. C’è un’intera società pronta ad assumersi la responsabilità del cambiamento e a lavorare per far uscire Messina dal disastro in cui si trova, per costruire una città libera dalla cappa e dal dominio dei gruppi di interesse. Una città finalmente libera da una politica fatta di favori e clientele. Ma per liberare una città ci vogliono uomini liberi da ogni sudditanza e da ogni condizionamento (politico, partitico, economico, massonico), con una storia coerente di impegno e con il sostegno attivo dell’intera società cittadina».

«Le competenze della giunta Accorinti (libera dai “bilancini” dei partiti o delle logge) – conclude il comunicato – offrono un programma credibile per il rilancio di Messina, per la costruzione di una città moderna, attrattiva, competitiva, solidale, dinamica, equa e sostenibile. Una città “di relazioni” che superi la condizione di declino in cui Messina è stata condotta dalle politiche scellerate delle recenti amministrazioni, realizzando una politica che offra: favori a nessuno, diritti a tutti».

Dopo un primo tempo elettorale imperniato sul fair play, la sfida del ballottaggio accende gli animi, alza i toni ed “importa” a Messina un fenomeno prettamente nazionale: la demonizzazione dell’avversario. (Danila La Torre)