Cultura

E’ del Gagini la Madonna col Bambino di Santa Maria del Gesù a Ritiro

Da Giuseppe Previti, presidente della Fondazione di partecipazione Antonello da Messina riceviamo e pubblichiamo la seguente nota.

Nel 1934, su un terreno donato dal Barone Marullo di Condojanni, veniva inaugurata l’attuale chiesa parrocchiale di Santa Maria di Gesù Superiore a Ritiro. Una piccola parte del materiale lapideo, un tempo facente parte dell’antica chiesa e convento omonimo, situati nelle vicinanze, adiacente l’argine destro del torrente Giostra (senso di marcia valle-monte), fu recuperato e conservato nell’attuale Chiesa. Insieme all’antica campana, definita molto “sporca” (vecchia/antica) dagli esperti Marinelli delle note fonderie di Agnone, oggi pienamente in uso nel sito attuale, è stata trasferita la bella statua marmorea della Madonna con il Bambino.

Il ritrovamento della statua

 La statua è alta circa 1,53 cm, oltre il basamento alto quasi 27 cm, cosi come l’aveva descritta Gaetano La Corte Cailler. Ritenuta persa nell’alluvione del 16 Novembre del 1863, fu rinvenuta il 2 Marzo del 1897, dopo 34 anni. Il suo ritrovamento fu salutato come evento miracoloso e riportato, con risalto, nelle cronache cittadine di allora. Nel libretto “Cenno dell’Istoria di Santa Maria di Gesù Superiore dedicata a Sua SantitàLeone XIII” viene descritto il prodigioso ritrovamento, grazie al frate Antonio Bonaccorso di cui, parte degli effetti personali, sono stati consegnati circa due anni or sono, dai parenti, al parroco di Santa Maria di Gesù Sup., padre Roberto Scolaro.

La Madonna opera del Gagini

Dopo un primo restauro effettuato subito dopo il ritrovamento, ci fu un secondo intervento, circa sei anni fa, sempre sul braccio destro del bambinello, come riferisce lo stesso padre Scolaro. La statua, opera giovanile di Antonello Gagini fu commissionata dal nobile Antonio La Rocca, messinese, Barone di Militello in Val Demone, procuratore ed economo del Convento di S. Maria di Gesù Sup., il 20 Agosto del 1499. La statua doveva essere simile a quella già scolpita in Calabria per la Chiesa di Nicotera (CZ), che doveva essere di marmo bianco, alta 6 palmi (m 1,55 circa) e due dita, e con base alta una spanna (20 cm circa) dove si dovevano scolpire figure a piacimento dei frati, oltre a “doversi toccar d’oro e d’azzuolo (azzurro) dovunque meglio bisognasse, come allor costumavasi fare”.

Opera commissionata dal barone

Nelle condizioni citate nel contratto trascritto dal notaio Antonio Mangianti ( lo stesso notaio che raccolse le ultime volontà di Antonello da Messina), veniva stabilito che la statua doveva essere consegnata, nella stessa bottega dello scultore,  il mese di Giugno dell’anno prossimo, al prezzo di onze 20 (L. 255), con congruo acconto da pagarsi dal La Rocca non appena arrivavano i marmi ordinati. Lo stesso La Corte Cailler nonostante la giovane età del Gagini e la soavità che lo stesso seppe manifestare nelle sculture successive, affermò che  “l’insieme dell’opera benchè manchi di firma, è la prova più certa che si voglia richiedere”. Il La Corte continua sostenendo la tesi che i tocchi in oro e della tinta in azzuolo probabilmente sono opera del pittore Salvo d’Antonio della scuola di Antonello da Messina.

Tutte le Madonne del Gagini

La statua esistente nella chiesa S. Maria delle Grazie a Bordonaro è, invece del 1496, la prima realizzata a Messina dal Gagini. La Madonna col Bambino di Seminara ci ricorda molto quella di Ritiro.

Madonna nella chiesa di Bordonaro

Or dunque possiamo certamente affermare che la statua della Madonna col Bambino posta sul lato sinistro della navata della Chiesa di Santa Maria di Gesù Superiore è opera originale di Antonello Gagini. Commissionata nel ‘500, con atto del notaio A. Mangianti, dal nobile Antonio La Rocca al giovane artista; persa nell’alluvione del 1863 e miracolosamente ritrovata dopo 34 anni, nel 1897, restaurata per ben due volte, ora si innalza imponente su un alto piedistallo per accogliere le suppliche e le preghiere dei fedeli.

                                                                                Giuseppe Previti, presidente della fondazione di partecipazione Antonello da Messina