L'origine della forte grandinata che ha imbiancato la ionica

L’origine della forte grandinata che ha imbiancato la ionica

Daniele Ingemi

L’origine della forte grandinata che ha imbiancato la ionica

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sabato 15 Dicembre 2018 - 14:50
Eccezionale grandinata

La notte scorsa, proprio intorno le 01:0002-00, la risalita (da sud) della parte più avanzata del fronte freddo del piccolo ciclone mediterraneo (ne avevamo parlato già ieri) che è appena transitato a sud della Sicilia, ha apportato dei rovesci e dei temporali, molto localizzati, che hanno causato persino una violenta grandinata in alcuni comuni della fascia ionica messinese. L’evento meteorologico, a tratti è risultato davvero estremo, tanto che nell’area compresa fra i comuni di Furci Siculo e Roccalumera, sono caduti chicchi di grandine di medie e grandi dimensioni che hanno cagionato molti danni e tantissimi disagi, per via degli accumuli che si sono venuti a depositare sulle strade.

Non dobbiamo stupirci più di tanto se l’evento grandinigeno sia stato particolarmente localizzato, visto che si tratta di precipitazioni convettive, ossia prodotte da grosse nubi a sviluppo verticale come i cumulonembi. Torri di acqua e ghiaccio alte più dell’Everest. In alcuni punti i cumuli di grandine, trasportati dall’acqua, hanno superato i 30-40 cm di spessore. Proprio come le potenti grandinate associate alle imponenti “supercelle” che spesso si sviluppano sopra le grandi praterie statunitensi.

Purtroppo il violento fenomeno atmosferico ha anche apportato diversi danni, con automobili ammaccate, grondaie, tettoie e gazebo danneggiati, orti e coltivazioni distrutti. In questo caso il responsabile della violenta grandinata è stato un grosso temporale, alimentata alla base da un impetuoso moto ascensionale, localizzato davanti l’area dei capi, fra Taormina e Sant’Alessio Siculo, a seguito dell’ingresso in quota di aria molto fredda, con isoterme di -23°C a circa 5100 metri di altezza.

Questa turbolenza ha prodotto una intensa corrente ascensionale interna, capace di spingere la sommità della nube temporalesca a quote veramente molto elevate, oltre i 12 km di altezza, quasi ai limiti dell’alta troposfera, proprio al di sotto dello strato molto stabile e secco che confina con la stratosfera. Ciò ha esacerbato notevolmente anche il “gradiente igrometrico verticale” che ha reso i moti ascensionali veramente esplosivi.

Il cumulonembo temporalesco, essendo molto imponente, con un top (la sommità della nube) di oltre i 12 km, ha fatto in modo che i nuclei e i piccoli cristalli di ghiaccio presenti lungo la sommità (dove le temperature scendono sotto -50°C), sono stati sbalzati di colpo in su e in giù nella nube, fondendosi con altri piccoli aggregati di ghiaccio e gocce d’acqua per poi ricongelarsi nuovamente e diventare sempre più grande.

Quando la forte corrente ascensionale del temporale non è riuscita più a trattenere i pezzi di ghiaccio, perché divenuti troppo pesanti, questi sono caduti di colpo a terra, generando la grandinata. Proprio in questi casi, tutti gli aggregati delle particelle ghiacciate che non riescono a fondersi prima di raggiungere il suolo, causano spesso notevoli danni, specie alle abitazioni e alle autovetture posteggiate all’aperto.

Va detto che le grandinate sono dei fenomeni che si verificano solo in condizioni di forte instabilità, quando una massa d’aria molto fredda e soprattutto secca tende a sovrapporsi sopra uno strato di aria molto umida e tiepida, preesistente nei bassi strati. In questi casi i fenomeni grandinigeni, seppur brevi e molto localizzati, possono risultare particolarmente violenti, tanto da causare ingentissimi danni e tanti disagi.

Daniele Ingemi

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