Da un anno «eccezionale» sino ad arrivare ad un passo dal baratro: a palazzo Zanca è crisi nera

Rubinetti a secco per cinque giorni ed in alcuni casi anche di più; montagne di sacchetti di rifiuti ad “ornare” ed “inebriare” le strade cittadine; decine di tir incolonnati lungo le vie del centro; lavoratori pubblici in rivolta, con le proteste, ormai cicliche, dei dipendenti di Atm e Messinambiente e quelle, decisamente più insolite, dei dipendenti comunali; la corsa contro il tempo per dare risposte esaustive e concrete alla Corte dei Conti . La settimana appena conclusa è una delle più difficili mai vissute in quel di palazzo Zanca e, certamente, la più difficile dell’era Buzzanca. Che solo tre mesi aveva concluso il 2011 definendolo un anno «eccezionale».

Eccezionale veramente, diremmo noi ricordando – con una citazione poco aulica ma incisiva – “Attila”, il noto personaggio interpretato da Diego Abatantuono in un celebre film. Messina ed i messinesi si apprestano a vivere mesi duri ed un primo assaggio, indigesto, si è avuto con le emergenze di questa settimana, nate non per caso né all’improvviso ma da criticità già conosciute e mai definitivamente risolte.

Così per l’immondizia strabordante, segnale evidente della persistente insoddisfazione dei lavoratori di Messinambiente , costretti a reclamare non “solo” gli stipendi arretrati e certezze per il futuro, sempre più preoccupante dopo la messa in liquidazione della società di via Dogali, ma persino condizioni di sicurezza sul luogo di lavoro, ad oggi inesistenti.

Così per il passaggio dei Tir dal centro città: gli approdi di Tremestieri fanno acqua anzi sabbia da tutte le parti e ad ogni sciroccata diventano impraticabili, facendo ripiombare la città in quella schiavitù dai Tir per sconfiggere la quale, non molto tempo fa, migliaia di messinesi erano scesi in piazza chiedendo a gran voce alle amministrazioni del passato di liberare la città dai bestioni della strada.

Così per l’approvvigionamento dell’acqua, passato per motivi strettamente economici dall’acquedotto dell’Alcantara alla condotta di Fiumefreddo, che costa meno ma è anche meno “affidabile”, visti i frequenti danneggiamenti che subisce a causa soprattutto della mancata messa in sicurezza della montagna circostante.

Criticità e problemi che, in fondo, hanno un minimo comune denominatore: esiguità di risorse economiche. Palazzo Zanca è allo stremo ed il baratro è ad un passo. Ai rilievi mossi dalla Corte dei Conti l’amministrazione , con il placet del Consiglio comunale che ha approvato la delibera presentata dall’esecutivo , ha risposto con un piano triennale di rientro , che mira rateizzare i debiti e, nel frattempo, a fare cassa. Come? In primo, luogo puntando ancora su quel piano di dismissione degli immobili di proprietà del Comune, “partorito” con grandi aspettative ma sino ad oggi miseramente fallito; e in secondo luogo, qualora la vendita dei gioielli di famiglia non dovesse andare a buon fine, aumentando le entrate , cioè le tasse comunali: Tarsu, I.M.U; determinazione aliquota accise Energia elettrica . Previsto, inoltre, «l’aumento dei costi di copertura dei servizi a domanda individuale fino alla integrale copertura del costo del servizio».

L’ amministrazioni vara le sue misure “eccezionali” e tenta così di non far cadere il Comune nel baratro. Ma il baratro è lì, ad un passo. (Danila La Torre)

ALLEGATO IL VIDEO CON LE INTERVISTE AI CITTADINI ED AI CONSIGLIERI COMUNALI SULLA SITUAZIONE FINANZIARIA DEL COMUNE