Palagiustizia, l’accordo non c’è. La giunta: entro 1 mese dentro o fuori l’area ospedale Militare

Ordine degli Avvocati e Corte d'appello provano a mettere "con le spalle al muro" l'amministrazione Accorinti. Che dal canto suo va avanti per la propria strada. I tempi sul secondo palazzo di giustizia però stringono, e quindi dall'assessore Sergio De Cola arriva un primo impegno, anche se non risolutivo: "Vogliamo una soluzione e non un rimedio tampone, per questo non ci piace la Casa dello Studente di via Cesare Battisti e abbiamo chiesto alla Difesa parte dell'area dell'ospedale militare. Abbiamo interloquito in questo senso con il delegato del Ministero alle aree da dismettere, che ci darà una risposta, positiva o negativa, entro fine mese". Il 1 agosto, quindi, Ordine e Corte d'Appello torneranno a bussare alla porta di Palazzo Zanca perché consegni loro, senza ulteriormente tergiversare, le chiavi della Casa dello Studente, prima di vanificare del tutto il finanziamento ministeriale.

Sono queste, in linee essenziali, le novità emerse dal confronto svoltosi stamane a palazzo Piacentini. Al tavolo, il Rettore Pietro Navarra, il Presidente della corte d'Appello Nicolò Fazio, l'assessore all'urbanistica Sergio De Cola, il presidente dell'Ordine degli Avvocati Francesco Celona. Al di là delle affermazioni, però, l'altro dato che è emerso è che il percorso è ancora irto di ostacoli, e quindi le lungaggini sembrano lontane dall'essere superate.

La posizione del Presidente Fazio e di Celona, sottoscritta dalle altre sigle degli avvocati, è chiara da tempo, ed è stata cristallizzata sia dalla Commissione Manutenzioni di Palazzo Zanca che dall’ordine del giorno agli atti del consiglio comunale: puntare sulla casa dello Studente, sulla quale c'è l'accordo dell'Università, per accorciare i tempi e sfruttare subito il finanziamento, oltre che per la vicinanza dello stabile all'attuale palazzo di giustizia.

Una soluzione che continua a non piacere all'amministrazione comunale, tanto che l'assessore De Cola ha detto: "non mi sembra adeguata, se proprio un edificio vicino deve essere, potremmo piuttosto buttarla giù e costruirne una nuova, di pari volumetria, sullo stesso sito ma più adeguata". Una provocazione, viste le dichiarazioni di qualche minuto prima del Presidente, che ha chiaramente detto che più passa il tempo più i fondi disponibili si riducono tanto che: "Se prima avevamo fondi disponibili per realizzare due palazzi, adesso non bastano forse più neppure per un solo edificio".

Dopo aver ribadito con forza la necessità di accelerare i tempi, i rappresentanti degli operatori di giustizia hanno ascoltato la relazione sullo stato dell'arte di De Cola. L'assessore, difendendo la bontà dell'indirizzo dell'amministrazione sull'ospedale militare, ha spiegato di aver incontrato recentissimamente il rappresentante della difesa, il Generale Antonio Caporotundo, che ha promesso di dare una risposta chiara entro pochi giorni. Col generale, ha spiegato De Cola, si è avviato un tavolo di confronto più ampio che andrà avanti a prescindere dalla questione Palagiustizia, volto ad utilizzare quel 10% di territorio cittadino che è della Difesa, con siti come quelli di Campo Italia e dell'ex caserma di Bisconte.

Un tavolo avviato grazie alla mediazione del renziano Giacomo D'Arrigo, a capo dell'Agenzia nazionale per i giovani. "Non entro nel merito delle scelte, mi sono limitato a mettermi a disposizione per aprire tutte le interlocuzioni possibili col Governo, a beneficio della città. Su questo come su tanti altri temi", ha puntualizzato D'Arrigo.

Proprio l'interlocuzione con la Difesa spa, però, appare più che mai irta di ostacoli. L'Amministrazione ha spiegato di aver chiesto al Generale Caporutundo la disponibilità di circa 30 mila metri quadri su 170 mila complessivi dell'area dell'ospedale Militare, a monte di via Cesare Battisti e delle vie del centro. E di aver appunto discusso dell'acquisizione delle altre aree disponibili, ricadenti nel territorio comunale. Ma per stessa ammissione di De Cola proprio sull'ex ospedale militare il Generale non aveva mandato a interloquire, mentre per le altre aree pare ci sia una generica disponibilità del ministero della Difesa alla dismissione. E difatti gli operatori dell'ospedale hanno chiarito da tempo che esiste un progetto di potenziamento della struttura militare, che dovrebbe diventare centro di riferimento di Sicilia e Calabria. Un progetto per la verità ventilato da tempo e mai decollato. In ogni caso De Cola pare non ne fosse al corrente, quando ha parlato col Generale, che a sua volta non ne ha accennato al rappresentante dell'amministrazione Accorinti.

Secondo punto, affatto secondario: la Difesa spa dismette per far cassa, difficilmente la cessione sarà "a costo zero". Per non parlare del fatto che il recente decreto Renzi 91/2014, il così detto Salva Ilva, cristallizzando quanto già attuato con la creazione di Difesa Spa, ha reso ancora più costose, per chi acquisisce, procedure e costi delle dismissioni.

A margine dell'incontro, il Presidente Fazio ha risposto anche al coordinamento provinciale Unsa Giustizia, la sigla sindacale degli operatori di giustizia, che con una pesante nota ha ricordato di aver segnalato alla Corte dei Conti l'iter travagliato del progetto e le eventuali responsabilità. "L'unico interlocutore titolato a decidere è la Commissione manutenzioni", ha tagliato corto il primo Presidente.

Alessandra Serio