Salvi i campetti di Pompei, il Tar dice no alle palazzine

Hanno ragione il Comune di Messina, la IV Circoscrizione, i residenti della zona e i gruppi sportivi e giovanili che usufruiscono dell’area: i campetti di Pompei non si toccano. Lo ha deciso il Tar di Catania, respingendo il ricorso dei Frati Cappuccini. La comunità religiosa e la Bombaci costruzioni, assistiti dall’avvocato Carmelo Briguglio, avevano impugnato io diniego della concessione edilizia, ma il Tribunale Amministrativo Regionale ha rigettato l’impugnativa.

I campetti di Pompei, quindi, sono salvi. Almeno per il momento: c’è sempre la possibilità che il CGA ribalti la decisione, se i Frati si appelleranno ai giudici amministrativi di secondo grado. Intanto, peró, per tanti è una vittoria: della comunità che si muove intorno ai campetti, dei giovani che ci sono cresciuti, della tutela dei beni architettonici e paesaggistici, contro il rischio dell’ennesima speculazione edilizia.

“Si sancisce un principio sacrosanto – commentano soddisfatti i 13 abitanti della zona, riuniti nel Comitato Pro Pompei insieme al presidente della circoscrizione Francesco Palano Quero, costituitisi in giudizio con gli avvocati Antonio Saitta e Armando Hyerace, ” Ovvero che non è conseguenziale poter costruire nonostante l’edificabilità di un terreno se non ci sono le necessarie opere di urbanizzazione a supporto. In particolare i collegamenti viari sufficienti in relazione al carico urbanistico”.

Proprio su questo principio si basa la decisione del Tar, che ha dato ragione al Comune di Messina – assistito dall’avvocato Bonni Candido – ribadendo che non soltanto il progetto non era adeguato a quanto richiesto, per il rilascio della concessione, e che soltanto il Comune è titolato a valutare l’impatto ambientale e paesaggistico dei progetti, in conformità al proprio Prg, che è vincolante.

La struttura sportiva di Pompei è sorta dopo la dismissione dell’Oratorio Salesiano nei pressi dell’allora Torrente Boccetta. adesso trasformato in Viale, per la costruzione di palazzine ministeriali ai primi degli anni ’60. L’allora Arcivescovo pressó sui Cappuccini per realizzare i campetti che si affacciano sulla Nuova Panoramica dello Stretto. Nel 2010 peró i Francescani, spinti dalla necessità di far cassa per far fronte ad una grossa richiesta di risarcimento, decisero di vendere. Da qui il progetto edilizio di tre palazzine a sei piani e due parcheggi interrati. Progetto contestato dalla IV Circoscrizione e accolto da fragorose polemiche.

Nel 2010 i frati chiesero la sospensiva del provvedimento di diniego della concessione, ma il Tar respinse la richiesta di sospensiva. Nel 2012 il terreno fu pignorato e venne nominato il custode giudiziale, che confermó la disponibilità dell’impianto per i gruppi sportivi che ne usufruivano. Arrivó anche uno sfratto, pochi mesi fa. Adesso la sentenza del Tar, seguita all’udienza del 15 gennaio scorso.

“Spesso in politica i frutti del proprio lavoro si vedono tardi”, conclude il presidente Quero. “Io ho avuto la fortuna di vedere i risultati di questa battaglia perché rivesto lo stesso ruolo di quando è cominciata. La sentenza di ieri è la conferma che in politica, quando si perseguono fini che riguardano la collettività e si basano su principi di legalità e giustizia, i risultati arrivano sempre”.