Il Consiglio comunale “sfugge” al dibattito sul caso David ma stasera voterà la sospensione

Per gran parte dei consiglieri comunali, l’operazione Matassa – che ha portato in carcere anche il consigliere comunale Paolo David, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata a reati di corruzione elettorale deve rimanere circoscritta a Palazzo Piacentini e non varcare i cancelli di Palazzo Zanca.

Nella conferenza dei capigruppo, la richiesta dei consiglieri Nina Lo Presti e Gino Sturniolo di convocare una seduta ad hoc del Consiglio comunale (vedi qui) è stata infatti affossata dai colleghi. Se infatti per i due ex accorintiani era necessario che la massima assemblea elettiva della città non si sottraesse alla discussione pubblica su una vicenda che ha scosso la comunità intera e getta ombre sul risultato elettorale conseguito dalle liste candidate alle amministrative del 2013, per la maggior parte dei consiglieri il caso ha solo un piano penale e come tale riguarda responsabilità personali che bisogna lasciare fuori dal dibattito politico.

La sensazione è che numerosi consiglieri non abbiano alcuna voglia di accendere i riflettori su una vicenda che potrebbe portarli anche ad una riflessione generale sull’ipotesi dimissioni, che viene scartata in partenza dai più. C’è chi, infatti – e sono la stragrande maggioranza dei consiglieri – la poltrona conquistata vuole difenderla con le unghie e con i denti fino all’ultimo, anche di fronte ad una delegittimazione ormai nei fatti, per via dell'inchiesta Gettonopoli, e ad una progressiva perdita di credibilità che mette la giunta Accorinti in una botte di ferro, qualsiasi errore amministrativo abbia fatto o farà in futuro.

Insabbiata la proposta di Lo Presti e Sturniolo, il Consiglio comunale – che tornerà a riunirsi stasera – non potrà invece esimersi dal votare la delibera di presa d’atto della sospensione di Paolo David disposta dal prefetto. L’ex capogruppo del Pd passato a dicembre al gruppo consiliare del Grande Sud dovrà infatti essere sostituito, ma per individuare chi prenderà il suo posto potrebbe passare ancora qualche giorno. Il primo dei non eletti nella lista del partito democratico risulta infatti il ginecologo ed ex consigliere comunale del Pdl Giovanni Cocivera, anche lui agli arresti nell’ambito dell’inchiesta sugli aborti clandestini. La Segreteria generale di palazzo Zanca è in attesa di riscontri ufficiali da Prefettura e Procura per capire come muoversi. Alla fine in Consiglio comunale dovrebbe comunque entrare Gaetano Gennaro, secondo dei non eletti.

Spostiamoci adesso dal Consiglio comunale all’Assemblea Regionale Siciliana. Se a Paolo David l’operazione Matassa è costata – almeno momentaneamente – lo scranno a Palazzo Zanca, all’ex consigliere comunale del Pdl Pippo Capurro, finito nell’ambito della stessa inchiesta ai domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, è costata la revoca del contratto di collaborazione al Gruppo Ncd dell’Ars, siglato un paio di mesi fa.

Dopo una brevissima parentesi nel partito democratico ai tempi in cui Francantonio Genovese era sindaco di Messina, Capurro era stabilmente tornato nel Pdl, appoggiando alle elezioni regionali del 2012 Nino Germanà, di fatto contro l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, e alle politiche del 2013 Vincenzo Garofalo. Lui stesso, da capogruppo uscente del Pdl, nel giugno 2013 si era ricandidato al Consiglio comunale in coppia con Giovanna Crifò ma senza centrare l’elezione, al contrario della Crifò.

Su quanto venuto alla luce in questi giorni, abbiamo raccolto la dichiarazione del deputato regionale Nino Germanà: «Sono assolutamente sconvolto dal fatto in sé e dalle gravissime accuse contestate alle quali non posso e non voglio credere. Mi auguro che non sia così e che possa chiarire ogni cosa. Non ho mai avuto nessun sospetto su frequentazioni ambigue quindi non riesco a crederci sono ancora sconvolto».

Danila La Torre