E’ rottura definitiva tra Buzzanca e Udc. Il sindaco: «Se non ci sono le condizioni per andare avanti si torna a votare»

Stavolta la rottura sembra davvero definitiva. Il matrimonio forzato tra l’Udc e il sindaco Buzzanca pare essere arrivato ad un passo dal divorzio. Ed è difficile considerare una semplice coincidenza il fatto che ciò accada nei giorni successivi a due fatti apparentemente distanti: la caduta del governo Berlusconi e la nuova sentenza della Corte Costituzionale sul doppio incarico. La crisi di Palazzo Zanca era nell’aria, adesso è scoppiata e per la prima volta in tre anni Buzzanca non esclude l’ipotesi di elezioni anticipate. Andiamo con ordine. Sabato durante l’assemblea provinciale dell’Udc Gianpiero D’Alia aveva sferrato un duro attacco al sindaco “alleato”, parlando di bilancio comunale «sovrastimato», definendolo, insieme al presidente della Provincia Ricevuto, «servo sciocco» del Governo romano e invitandolo a fare una scelta tra le cariche di sindaco e di deputato. La prima reazione di Buzzanca è arrivata stamattina: «Sentirò le forze politiche che sostengono l’amministrazione – la sua dichiarazione – vedrò, anche alla luce delle vicende nazionali, se sussistono o meno le ragioni dell’alleanza». Al tempo stesso l’analisi (condivisibile) si è spostata sul fatto che «l’Udc ha quattro assessori e il vicesindaco», come dire: se il bilancio è sovrastimato, i suoi esponenti non se ne sono accorti? E sul doppio incarico: «Non mi farò dettare l’agenda da D’Alia».

Nel pomeriggio la miccia accesa è definitivamente esplosa. «Non capisco – ha dichiarato D’Alia in un comunicato stampa – la ragione per la quale l’onorevole Giuseppe Buzzanca si stia agitando così tanto per alcune mie dichiarazioni rese nel corso del congresso cittadino dell’Udc. Dopo la sentenza della Corte costituzionale è infatti scontato, a meno che i suoi avvocati non l’abbiano informato, che il sindaco debba esercitare l’opzione sulla scelta dell’incarico ed in tempi molto rapidi. Una reazione di questo tipo si può giustificare solo se Buzzanca stia pensando alle dimissioni, in modo da fuggire dalle sue responsabilità e, così scaricare su altri, responsabilità che, invece, sono solo sue. In ogni caso – conclude D’Alia – se Buzzanca, per calcolo personale, vuole lasciare la poltrona di sindaco, anche il presidente della Provincia regionale di Messina, Nanni Ricevuto, deve lasciare l’incarico, poiché entrambi sono frutto di un accordo politico che verrebbe meno per scelte del Pdl».

La seconda e ultima reazione di Buzzanca è di quelle che segnano una svolta in questo mandato amministrativo: «Queste secondo voi sono dichiarazioni da alleato o da avversario? Parliamoci chiaro, per continuare ad andare avanti devo sapere chi sono i miei alleati. C’è una continua crisi in consiglio, l’Udc un giorno è maggioranza e un giorno è opposizione, Fli e Mpa sono definitivamente passati all’opposizione. Se non ci sono le condizioni, torniamo a votare a marzo, ad aprile. E io mi ricandido, non scappo. Ma come faccio ad andare avanti così? Questi sono giorni di grande amarezza per me, a causa dell’indagine per il disastro di Giampilieri. Il giorno dopo dai miei alleati mi sarei aspettato solidarietà, e invece sono stato definito servo sciocco e falsario». Ecco perché, stando anche alle parole del sindaco, l’ipotesi di elezioni anticipate, già in primavera, è tutt’altro che lontana. I rapporti tra Udc e Pdl non sono mai stati idilliaci, la presenza dei centristi in Giunta a volte è sembrata quasi “estranea”. Adesso sembra essere arrivato il momento della resa dei conti.