Rinnovato il Senato accademico, ma sul tavolo di Profumo arriva il “caso” Fondazione

L' Università post-Gelmini comincia a prendere forma ed il Senato accademico cambia volto, anzi volti. Dodici i docenti eletti, nella giornata di giovedì 20 e venerdì 21 dicembre, per il quadriennio accademico 2012-2016: quattro i professori di I fascia, quattro i professori di II e quattro ricercatori a tempo indeterminato, rappresentanti delle aree scientifico-disciplinari. Ieri il sorteggio della componente (professori di I fascia, II fascia e ricercatori universitari a tempo indeterminato) a cui è stato attribuito l’elettorato passivo per ciascuna delle 12 aree scientifico-disciplinari rappresentate all’interno del Senato Accademico, così come previsto dall’art.10 dello Statuto. Questi i nomi dei neo senatori: Luigia Puccia, Fortunato Neri, Maria Luisa Calabrò, Giuseppe Lo Paro, Francesco Galletti, Francesco Abbate, Francesca Garescì, Pietro Navarra, Roberto Montanini, Vincenzo Fera, Luigi Chiara, Cinzia Ingratoci Scorciapino, Pietro Navarra, Giovanni Grassi, Giacomo Maisano, Antonino D’Andrea, Giancarlo De Vero, Giovanni Moschella, Antonino Pennisi, Giancarlo Cordasco e Domenico Cucinotta. Andranno al ballottaggio invece Giacomo Dugo e Giuseppe Bisignano. In Senato accademico saranno, dunque, presenti anche rappresentanti dei ricercatori a tempo determinato per il biennio 2012-2014 insieme a tre rappresentanti del personale Tecnico-Amministrativo, dei Lettori e Collaboratori esperti linguistici per il quadriennio accademico 12-16. Un risultato certamente importante che però non smorza i toni della polemica intorno all’Ateneo cittadino. Nascita della Fondazione ed illegittimità degli organi accademici sono ormai divenuti a tutti gli effetti una questione nazionale. Anomalie ed irregolarità, da mesi al centro di un acceso dibattito in seno alla comunità accademica, trasformatosi di recente in scontro aperto, sono giunte in queste ore sul tavolo del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo. Autori del documento, con il quale si sollecita un tempestivo intervento da parte del titolare del dicastero dell’Università, i senatori Fabio Giambrone, Vincenzo Belisario e Francesco Pardi (Idv). Sul banco degli imputati il Rettore Francesco Tomasello, il cui ultimo mandato si è concluso nell’ottobre 2011, e gli organi di governo dell’Ateneo Peloritano che, nonostante la palese illegittimità, continuano a determinare le sorti dell’università dello Stretto. Al titolare del dicastero di Viale Trastevere si ricorda come il Magnifico Rettore abbia usufruito di ben due proroghe: per l'anno accademico 2011/2012, in virtù della legge n.240 del 30/12/2010, e per l'anno accademico 2012/2013, in virtù dell'art. 7 comma 42-ter del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito con successive modifiche, dalla legge n. 135/2012. Analoga la condizione degli organi accademici dell'Ateneo, dove al governo dei Dipartimenti continuano a sedere Presidi il cui mandato, di fatto mai prorogato, è scaduto il 31 ottobre 2011. Illegittimità che non ha impedito al Senato Accademico di deliberare lo scorso 20 ottobre la nascita della Fondazione universitaria ed il successivo trasferimento di risorse da parte dell’ateneo, unico fondatore, a quest’ultima. Statuto che, nel panorama delle fondazioni universitarie italiane, rappresenta secondo gli Giambrone, Pardi e Belisario e una vera propria anomalia: “Macroscopiche le incongruenze rispetto a quanto stabilito nel D.P.R. n.254 del 24 maggio 2001”. Sotto la lente d’ingrandimento l’art.2 dello Statuto, con il quale si affida alla neo Fondazione “la realizzazione di attività di ricerca ed attribuisce al Consiglio di amministrazione il compito di individuare settori di ricerca e progetti da assegnare alla Fondazione”, e l’art.3 con il quale invece la fondazione “si propone di promuovere e gestire strutture, progetti e ricerche anche interdisciplinari, attività formative, borse di studio ed attività di consulenza e formazione” ed ancora“la possibilità di perseguire operazioni mobiliare ed immobiliare, acquisto o vendita di brevetti, operazioni di amministrazione di beni indirizzate a gestione ed amministrazione del patrimonio”. L’invito rivolto al Ministro Profumo è quello di far presto: il rischio, diversamente, è che la neofondazione, così come concepita, fagociti in un tunnel senza via d’uscita prerogative ed attribuzioni da sempre simbolo di autonomia dell’istituzione universitaria. Emma De Maria