L’Ars approva le Città Metropolitane grazie alle larghe intese con il Nuovo centro destra

Il passaggio all’Ars, per la riforma delle province, è ormai quasi concluso, restano da votare gli ultimi articoli che però non dovrebbero incontrare alcun tipo di ostacolo.

La parola passerà poi al Commissario dello Stato per capire se il Ddl più emendato e ritoccato degli ultimi decenni, figlio di una serie di intese da far impallidire Letta e Renzi, supererà tutti i dubbi di incostituzionalità.

Ad avere il via libera dell’Aula ieri l’art.7 e le Città Metropolitane, nonostante il tentativo di cancellarle nelle scorse settimane. L’ok è arrivato grazie ad un accordo trasversale che ha visto tutti insieme appassionatamente, dai grillini al Ncd su un testo ritoccato grazie all’emendamento del messinese Nino Germanà.

In realtà hanno cambiato nome, non sono più Città Metropolitane ma Aree Metropolitane (e su questo aspetto resta da capire se potranno comunque accedere ai fondi europei come le altre del Club 15), in base ad una legge del ’95 e che ne indica anche i confini territoriali. Per Messina ad esempio i Comuni da considerare integranti dell’Area sono 51.

A salvare Crocetta è stato quindi questa volta il Nuovo Centro Destra con l’emendamento del deputato ex Pdl Nino Germanà che rispolvera appunto la norma di vent’anni fa ma che consente di tenere in vita un Ddl che in caso di bocciatura dell’art.7 sarebbe finito impallinato dagli stessi alleati.

“L’impalcatura della norma –ha detto Crocetta – ha retto. Certamente, questa legge è il frutto di una mediazione”.

Se l’intesa Pd-Ncd sulla riforma è un antipasto del futuro rimpasto e un avvio per seguire la strada del governo nazionale è presto per dirlo. Del resto a votare sì sono stati anche i grillini, che hanno comunque condiviso la riscrittura dell’art.7, dopo essere stati invece decisivi nei giorni scorsi per bocciare il comma sulle Città Metropolitane dell’art.1.

La Sicilia – ha detto il capogrupo del Pd Baldo Gucciardi – è la prima regione italiana a istituire le Città Metropolitane; dopo 68 anni abbiamo istituto i Liberi Consorzi di Comuni: insomma, quella che stiamo varando è davvero una buona riforma. Il voto a favore del Movimento 5 Stelle e del Nuovo Centrodestra conferma che le riforme vanno condivise”.

In scena all’Ars è quindi andato un “nuovo modello Sicilia” e dopo l’accordo idilliaco dei primi mesi del governo Crocetta con il M5S si fa strada un secondo fidanzamento, quello con il Ncd, anche se tutti gli interessati smentisticono.

Il dibattito continua prima del voto finale. Ma il Commissario dello Stato Aronica aspetta al varco.

Rosaria Brancato