A Giardini Naxos la street art che fa discutere

Si è svolto dal 29 maggio al 7 giugno a Giardini Naxos l’Emergence 2014, il Festival Internazionale di Street Art e azioni urbane arrivato alla terza edizione e progettato per il rilancio turistico e la riqualificazione urbana. Per le strade adesso c’è sicuramente più colore, ma la città sul risultato si spacca in due: da una parte i compiaciuti, entusiasti delle opere e del loro significato, dall’altra i delusi che non hanno apprezzato, quelli che “queste cose moderne non le capisco e mia figlia disegna meglio”. Al Festival sono intervenuti 18 artisti da tutta Europa: italiani, spagnoli, francesi, tedeschi, che si muovono sulla scena della Urban art da anni.

Una mostra gratis a cielo aperto che si scontra con lo scetticismo derivante dalla poca cultura in merito. Se quei dipinti fossero esposti in un museo, ci sarebbero sicuramente tanti estimatori pronti a elogiarne il tocco, la mano, i soggetti; invece si trovano su una facciata, su un sottopassaggio, su una piazzola che sporge sul mare e dunque sono considerati degli “inutili imbrattamenti che rovinano la città”. C’è un pregiudizio di fondo che inficia il giudizio oggettivo rispetto a quello che il nostro occhio vede: un disegno per strada per molti è ancora e soltanto l’atto di un vandalo.

Ma “de gustibus non disputandum est”, ognuno è libero di esprimere il proprio parere, senza però strumentalizzare, così come sembra stia accadendo con l’opera realizzata dall’artista JB Rock sui blocchi del molo di Giardini per cui si ripropone il dualismo di cui prima: “No al porto turistico che distrugge la natura” urlano da una parte, mentre dall’altra rispondono: “Preferite quest’imbrattamento?”.

"Vedere oltre" è un passo difficile da compiere, ma bisognerebbe fare uno sforzo per tentare di cogliere il più possibile anche e soprattutto da quello che non ci piace, che forse non ci piace solo perché non ne abbiamo conoscenza. Altrimenti rischiamo di essere tutti inclusi in un’altra rappresentazione che sta destando tanta polemica a Giardini, quella dell’illustratore torinese Luca Ledda: un corpo da uomo in versione "pollo arrosto", legato e ben insaporito per essere cotto allo spiedo. E senza testa.

Giusy Briguglio