L'assessore al Risanamento, Sergio De Cola, interviene sul tema dell’emergenza abitativa, balzato nuovamente agli allori delle cronache dopo la seconda occupazione dei divani di Palazzo Zanca da parte famiglie in difficoltà che da decenni aspettano l’assegnazione di un alloggio popolare. A far scattare la protesta delle tre famiglie Ferrara, D’Arrigo e De Tommaso è stata l’archiviazione del bando da parte degli uffici del risanamento. Il motivo è stato svelato qualche giorno dopo dall’assessore Mantineo. A fronte di 900 domande ne sono state verificate duecento di cui ben novantacinque sono risultate false. Questo ha fatto scattare il congelamento del bando, con buona pace di chi di una casa ha veramente bisogno.
Oggi l’assessore al risanamento De Cola ha comunicato agli occupanti del comune che una volta sbloccato il bando gli alloggi potranno essere assegnati solo ai primi cinquanta in graduatoria: “Non abbiamo settecento case!”. Ha commentato affranto De Cola,alle accese rimostranze delle signore preoccupate di non rientrare in una cifra tanto esigua, nonostante le reali necessità. "Dire che "l’avevo detto" è perfettamente inutile, ma ripartire dagli errori per tracciare una nuova strada è possibile”. Così il consigliere comunale in quota DR, prende la parola a sua volta su questo tema scottante. Carreri sottolinea come già già nel 2012 aveva chiesto chiarezza sui criteri di assegnazione delle case popolari. Chiamando in causa anche l’allora prefetto Alecci. Più di un anno fa – era il 22 marzo del 2012 – scriveva, infatti, al Prefetto in seguito alle minacce subite dall’ex presidente del V quartiere Alessandro Russo, reo di essere intervenuto su una vicenda di case occupate abusivamente nella zona di Giostra a favore delle procedure legali. Cosa che costò a Russo diverse intimidazioni, tra cui la scritta “Russo Muori” fuori la porta di casa. Nella lettera al prefetto dell’epoca Carreri insieme a Sebastiano Bonafede, allora consigliere di quartiere del PDL, chiedevano di verificare l’operato e le condizioni di lavoro dell’ufficio al risanamento, definito, testualmente “alla mercè degli speculatori del bisogno”.
“Quando un ufficio importantissimo qual è il Dipartimento al Risanamento – scriveva Carreri nella sua lettera del 2012 – viene abbandonato a se stesso, privato delle risorse umane migliori e relegato alla indubbia capacità di personale che, per quanto volenteroso, è ridotto ai minimi termini, si comprende che forse non c’è stata tutta quell’attenzione di cui poi in pubblico si blatera”. Detto questo, il consigliere ammoniva: “l’ufficio al Risanamento, se affidato a speculatori senza scrupoli, può diventare un arma di ricatto clientelare pericolosissima”. Gia allora, sull’onda delle dichiarazioni dello stesso ex assessore Sparso, il consigliere puntava il dito sulle ingerenze politiche che trasformano gli alloggi popolari, o anche la loro promessa, in merce di scambio da barattare nelle cabine elettorali. Un trionfo del clientelismo dunque, piuttosto che garanzia di giustizia sociale.
Il merito di Sparso all’epoca fu il denunciare la presenza di 900 domande a fronte di una disponibilità da parte del comune pari a zero. In un comunicato stampa precedente alla lettera al Prefetto, Carreri scriveva, infatti- sempre insieme a Sebastiano Bonafede: “ ha avuto il coraggio di affermare che le 900 domande circa, presentate all’assessorato al Risanamento da famiglie in stato di disagio, non saranno prese in considerazione poiché a fronte di una disponibilità di alloggi pari a zero, tale graduatoria costituirebbe una vera presa in giro nei confronti della città”. Un vero e proprio sistema di speculazione sulla disperazione della gente che il consigliere già un anno fa chiedeva al Sindaco e al Prefetto di portare alla luce e reprimere.
Le attuali dichiarazioni di De Cola riportano alla mente quelle di Sparso e ripropongono lo stesso problema. “Importantissimo quindi sarà il lavoro preventivo che la nuova amministrazione dovrà predisporre sul fronte della lotta alle occupazioni abusive e soprattutto sul fronte delle speculazioni clientelari”, commenta Carreri nel comunicato stampa inviato in data odierna. E se nel vecchio comunicato del 13 marzo 2013, Carreri ipotizzava di “portare in consiglio comunale un regolamento che metterà fine alle speculazioni ed alle false promesse e che finalmente darà una regola certa alla città delle baracche eterne”, questa mattina Nina Lo Presti, consigliere comunale di Cambiamo Messina dal Basso, auspica che “il consiglio comunale organizzi un tavolo in cui discutere dell’emergenza casa e l’affronti in maniera programmatica, dal momento che ormai, è una questione che tocca quasi la metà della popolazione messinese”. Nina Lo Presti ha anche presentato un’interrogazione consigliare in cui, oltre a chiedere severi provvedimenti nei confronti di chi ha dichiarato il falso, esorta tempi rapidi per sbloccare il bando e garantire agli aventi diritto presenti in graduatoria di ottenere il tanto sospirato alloggio. Nello specifico la Lo Presti chiede di conoscere: “la graduatoria relativa al bando, i motivi che ne hanno determinato i ritardi, le eventuali incongruenze, se sono state riscontrate gravi anomalie e se sono riconducibili a casi di mendacità nelle dichiarazioni”. Resta il problema dell’emergenza sociale, sottolineato dall’affermazione dell’assessore De Cola: “Non abbiamo settecento case”.
Qualche consiglio pratico viene da parte del Comitato La Nostra Città, che dopo aver tratteggiato uno scenario desolante – “In Sicilia il 50% degli alloggi popolari è occupato abusivamente. Mille su undici mila solo a Messina. Tempi d’attesa di 15 anni. Solo quaranta alloggi consegnati in due anni – suggerisce, tramite il portavoce Saro Visicaro, di: “premiare con maggiore punteggio coloro che denunziano il voto/favore/promessa di scambio. Utilizzare gli alloggii privati vuoti ( esiste un censimento?). Promuovere contratti di solidarietà con affitti più bassi per mitigare l'emergenza casa. Avviare un lavoro comune con l'Istituto Case popolari. Rendere pubbliche,online, graduatorie e punteggi”.
L’assessore ai servizi sociali, Nino Mantineo, ieri, ha chiesto del tempo per studiare le carte e valutare possibili soluzioni. Lo spettro che l’assessore al risanamento De Cola ha cercato di scongiurare stamattina, spiegando la situazione agli occupanti del Comune – molti dei quali in lacrime – e alle persone che si sono volontariamente interessate della loro situazione, è quello della guerra tra poveri.Con una disponibilità di soli cinquanta alloggi, nella città del risanamento mancato e delle emergenze sociali, centinaia di domande sono destinate, comunque, ad essere archiviate. (Eleonora Corace)