Famiglia di 6 persone confinata in 9 metri quadri. Nuovo appello di Cardile

Sono 6 e vivono in una stanza di circa 9 metri quadri. Non è un nuovo reality pronto a catalizzare l’attenzione suscitando un morboso interesse per la sopravvivenza umana in condizioni estreme. E’ la reale condizione – denunciata per la seconda volta dal consigliere della terza Circoscrizione, Claudio Cardile – in cui attualmente vive la famiglia Marchetta, residente – o almeno così vorrebbero i registri dell’anagrafe – in via Comunale Santo.

Cardile fa presente come il capofamiglia, Giuseppe Marchetta e la moglie, assieme alla figlia e alle tre nipotine, convivano quotidianamente con una bizzarra gincana che li costringe ad evitare le zone della loro abitazione che siano crepate o crollate o comunque dichiarate inagibili dai Vigili del fuoco. Un progressivo deterioramento dello stabile che ha da ultimo imposto ai suoi abitanti ad un vero e proprio assedio, impedendo loro l’accesso alla stanza da letto e al bagno ed ostacolandone quello al soggiorno sino a confinarli in quell’unica stanza che ancora resiste impavida alle intemperie.

Ma al danno si aggiunge la beffa che nasce da una reiterata indifferenza delle istituzioni. Da una prima missiva indirizzata al Comune lo scorso 14 dicembre, nulla è cambiato. Un’assistente sociale del Comune ha contattato telefonicamente i coniugi annunciando una propria visita per i giorni successivi che inspiegabilmente non ha mai avuto luogo. Anche la Polizia Municipale, interpellata in merito, non ha proceduto ad un accertamento dell’emergenza abitativa in cui versa il nucleo familiare e gli stessi Vigili del fuoco, intervenuti il mese scorso a seguito del crollo di una porzione di tetto della stanza da letto, dovuta alle piogge copiose, hanno preso nota di un’impossibilità da parte della Polizia Municipale di recarsi sul posto.

A peggiorare i disagi sofferti dai Marchetta, la poco rosea situazione familiare che vede il signor Giuseppe convivere con pesanti limitazioni di deambulazione causate dalla leucemia che lo affligge e che ha impedito alla famiglia di accogliere la proposta avanzata dalla Protezione Civile di trasferirsi in una stanza della scuola di Catarratti, un accampamento con stufe e brandine ma per lo meno in un posto meno umido.

Al quadro desolante si aggiunge la precaria condizione economica dei coniugi che al momento percepiscono la misera somma di 270 euro al mese grazie alla piccola pensione di invalidità concessa al Marchetta dato che la moglie, dipendente di una cooperativa sociale, non è stipendiata dal mese di luglio. Il nuovo appello di Cardile mira quindi a risvegliare le coscienze su una situazione davvero penosa che rischia di degenerare in esiti infausti. (Sara Faraci)