Famiglie accampate al Comune, Accorinti non firma la procedura di emergenza: “C’è una graduatoria”

Rispettare le regole e soprattutto i diritti di tutti. Questa la motivazione che ha spinto il sndaco Renato Accorinti a non firmare le richieste per l’assegnazione di un alloggio con una procedura di urgenza alle tre famiglie che da una settimana occupano Palazzo Zanca. Il lavoro congiunto dell’assessore ai servizi sociali Nino Mantineo e dell’assessore al risanamento Sergio De Cola, aveva portato,nelle scorse ore, la speranza di una sistemazione, probabilmente temporanea. Grazie all’attuazione della procedura di emergenza sarebbero stati individuati cinque appartamenti da assegnare alle tre famiglie, Ferrara, De Tommaso e D’Arrigo, più ad altre due con problemi di sfratto esecutivo.

Per i cinque appartamenti si farebbe fatto riferimento alla lista di dieci dichiarati disponibili dall’Istituto Case Popolari. Oggi però il monito del Sindaco a rispettare la legalità e soprattutto la graduatoria degli aventi diritto è arrivato come una doccia fredda per i tre nuclei famigliari, che hanno sfogato la loro disperazione contro l’assessore De Cola e i consiglieri accorintiani Lucy Fenech e Gino Sturniolo, che nel frattempo tentavano di spiegare le motivazioni del sindaco, punto di riferimento dei disagi e dei diritti di tutti i cittadini messinesi. L’amministrazione procederà a verificare le richieste più urgenti, rispettando alla lettera la graduatoria. Intanto le tre famiglie annunciano di continuare con la loro protesta di occupazione dei divani del Comune, nonostante l’invito dello stesso assessore Nino Mantineo – che nel frattempo continua a lavorare ad una soluzione – di desistere da forme di protesta tanto estreme. “Non abbiamo un altro posto dove andare”, continuano a sottolineare le tre famiglie disagiate. Domani per la famiglia D’Arrigo scatterà lo sfratto, il 29 toccherà ai Ferrara, mentre i De Tommaso abitavano in un garage senza sanitari, nonostante fosse un luogo dichiarato non idoneo dall’Asp per la salute della figlia di appena tre mesi. A prospettarsi è lo scenario classico quanto desolante di una guerra tra poveri.

Tante le situazioni di disagio, anche estremo, segnalate dagli stessi consiglieri comunali – una tra tutte quella della famiglia Marchetta fatta presente da Claudio Cardile – al fronte delle quali l’amministrazione ha da offrire solo dieci appartamenti disponibili. E la frase, cruda quanto la verità, pronunciata dall’assessore De Cola ad inizio settimana continua a risuonare come un avvilente monito: “Non abbiamo settecento case”. L’assessore Mantineo continua a lavorare per far fronte al bisogno di centinaia di cittadini. “Noi che lavoriamo nei servizi sociali siamo abituati a dare risposte immediate” – dichiara – “Ma non sempre, purtroppo, è possibile”. L’assessore De Cola ha pronti progetti e idee di acquisti, ma è costretto ad aspettare i fondi promessi dalla Regione per il Risanamento. Nel frattempo la macchina burocratica che porta all’affidamento degli alloggi popolari continua ad incepparsi. Troppi i mal funzionamenti ingigantiti da reiterate irregolarità. Come la presentazione di domande false all’ultimo bando – addirittura il 95% – che ha fatto scattare un’indagine della polizia giudiziaria. Tanti gli interventi, in questi giorni, che invocano l’accertamento di una reale graduatoria, per consentire di alleviare il disagio di chi vive realmente in condizioni estreme, e chiedono di riformare tutto il sistema.

Dall’interrogazione del consigliere di Cambiamo Messina dal Basso, Nina Lo Presti, alla segnalazione dell’ennesima famiglia in difficoltà da parte del consigliere Claudio Cardile, passando per la richiesta di un tavolo tecnico in seno alla quarta commissione consiliare- quella che si occupa di risanamento, appunto – da parte del capogruppo del PD Paolo David e gli interventi dei colleghi Nino Carreri – “basta con gli speculatori del bisogno” – e Libero Gioveni. Messina aspetta ancora che il risanamento del suo territorio. I messinesi la sicurezza che siano garantiti i loro diritti. (Eleonora Corace)