Indagine della Polizia Giudiziaria sulle false domande presentate per gli alloggi popolari

Dopo lo scandalo delle domande trovate false, scatta l’intervento delle forze dell’ordine. Il nucleo di polizia giudiziaria, su disposizione del comandante del corpo di Polizia Municipale, Calogero Ferlisi, ha avviato questa mattina un’indagine di verifica, delle eventuali false attestazioni relative alle istanze presentate negli uffici del Dipartimento di Risanamento, per l’accesso alla graduatoria di assegnazione degli alloggi popolari. Dopo l’acquisizione dei documenti, nel caso di riscontri penalmente rilevanti, la polizia trasmetterà immediatamente i fascicoli alle autorità giudiziarie di competenza. Quello dell’intervento della polizia giudiziaria, è l’ultimo capitolo di un caso esploso venerdì scorso, con l’ennesima occupazione dei divani di Palazzo Zanca da parte di tre famiglie, esasperate dalla notizia che il bando per l’assegnazione delle case popolari è stato archiviato.

La motivazione resa dall’ufficio del risanamento per l’archiviazione del bando ha rivelato che a fronte di settecento domande presentate, su duecento analizzate un numero inaudito è risultato è risultato composto da dichiarazioni mendaci. Circa il 95% secondo gli ultimi accertamenti. Alla richiesta d’aiuto dei tre nuclei famigliari ha risposto celermente l’assessore ai servizi sociali, Nino Mantineo che finora, però, ha potuto solo constatare l’evidenza di una macchina burocratico-amministrativa che già va a rilento per le troppe domande a fronte delle troppo poche case annualmente disponibili – il Comitato la Nostra Città fa presente, infatti, che ne sono state assegnate solo quaranta in due anni – e che si è letteralmente inceppato a causa di chi ha dichiarato il falso. Le famiglie Ferrara, D’Arrigo e De Tommaso, intanto, contestano l’ingiustizia che vede ledere il diritto di chi ha un reale bisogno da parte di speculatori senza scrupoli e continuano la loro protesta, presidiando gli uffici e dormendo al Comune.

L’assessore al risanamento, De Cola, ieri, però, è stato molto chiaro circa la sorte di chi rientrerà di diritto nella graduatoria: solo le prime cinquanta domande potranno essere prese in considerazione. “Non abbiamo settecento case”, ha dichiarato allargando le braccia Sergio De Cola. Intanto sono intervenuti sull’argomento i consiglieri Nina Lo Presti e Nino Carreri. La Lo Presti, presentando un’interrogazione, invita a fare chiarezza sui requisiti di accesso alle graduatorie, sulla gestione dell’affidamento delle case ed invita l’intero consiglio comunale a indire un tavolo di lavoro sull’emergenza abitativa. Il consigliere in quota DR, Nino Carreri, ricorda che un episodio simile si è verificato nel 2012, all’epoca dell’assessore Sparso, che si era trovato costretto ad annullare un bando. Il bando in questione aveva registrato 900 domande a fronte di una disponibilità di case da parte del Comune pari a zero. Per questo, l’ex assessore aveva ritenuto che portarlo avanti sarebbe stata solo una presa in giro per l’intera città. Carreri, allora come ora, denuncia il sistema clientelare portato avanti da quelli che definisce “speculatori del bisogno”. Un meccanismo che fa degli alloggi popolari, o anche solo della loro promessa, una merce di scambio. Un vero e proprio sistema di speculazione sulla disperazione della gente che il consigliere già un anno fa chiedeva al Sindaco e al Prefetto di portare alla luce e reprimere. “Importantissimo quindi sarà il lavoro preventivo che la nuova amministrazione dovrà predisporre sul fronte della lotta alle occupazioni abusive e soprattutto sul fronte delle speculazioni clientelari”, ha dichiarato tornando sull’argomento, Nino Carreri. Ora si attendono i risultati delle indagini della Polizia Giudiziaria. L’emergenza case, continua…(Eleonora Corace)