Occupazioni, un altro giorno di tensione alla ex Foscolo

C'è ancora tensione alla ex scuola Foscolo, dove gli occupanti si preparano a rientrare dopo le due settimane all'hotel Paradise. Nello stabile di via Palermo il Comune intende ospitare adesso anche le famiglie prima alloggianti a San Leone, ed ha perciò chiesto al Collettivo Pinelli di lasciare libero anche il piano che avevano trasformato in centro sociale. O meglio: ha comunicato a 2 famiglie provenienti dal San Leone che dovranno unirsi alle 5 che rientrano alla Foscolo, andano ad occupare il piano terra, prima ospitante il Centro Sociale.

Il Collettivo non ci sta, e neppure le famiglie, che hanno dato lo stop al trasferimento, per solidarizzare con i ragazzi. Ieri pomeriggio una delegazione delle famiglie ha incontrato l'assessore Sebastiano Pino, spiegando che non hanno alcuna intenzione di essere loro a far sgomberare il Centro Sociale, e che non vogliono che il Collettivo se ne vada. Non é l'unico problema. In una intera sera della scuola ci sono le attezzatire scolastiche del Comune, non ancora portate via, e anche volendo sgomberare autonomamente i locali, ci sarebbe spazio al massimo per sette famiglie. E le altre otto? Ad un giorno dalla fine della requisizione del Paradise, il Comune ha trovato posto per 10 persone, cioè due nuclei familiari. Quasi 50 persone, insomma, non sanno dove andare. "Stanotte siamo rimasti al Paradise grazie alla disponibilitá del proprietario, ma da oggi dove andremo?", si chiede Clelia Marano dell'Unione Inquilini, l'associazione che ha supportato gli occupanti dello stabile San Leone. "E' impensabile che in soli due giorni riusciremo a togliere tutto il materiale che ci è servito in quest’anno: il laboratorio di informatica con decine di computer, la biblioteca con oltre tremila libri, un palco per gli spettacoli di teatro di 20 mq, la putìa anticapitalista piena di migliaia di vestiti, la cucina popolare con pentoloni, frigoriferi, congelatori, e mobilio vario.", scrive il Collettivo, al quale è stato chiesto di far spazio entro lunedì. Ovviamente il punto non è il materiale da trasferire e i tempi, ma quel che è stato creato con quei materiali: le attività portate avanti per i ragazzi del quartiere, il supporto che han dato alle famiglie occupanti, sia prima che durante il trasferimento dovuto al sequestro. Per i pinellini, l'amministrazione ha commesso una scorrettezza nei loro confronti, mettendoli di fronte al "ricatto morale" di doversene andare, pena il lasciare parte delle 70 persone da collocare senza un tetto. Ovviamente il collettivo si dice pronto a liberare i locali, ma resta la condanna per la scelta dell'amministrazione di azzerare l'esperienza positiva, frutto di un anno e mezzo di impegno nel quartiere, a fronte di una soluzione "tappabuchi", visto che anche il ritorno degli occupanti alla Foscolo è una misura temporanea, la struttura dovra' essere comunque successivamente sgomberata, e l'emergenza abitativa resta tale. "Il Collettivo Pinelli non è l’ex scuola Foscolo, come non era l’ex Casa del portuale o il Teatro in fiera. Il Collettivo Pinelli non è legato a nessun luogo fisico come abbiamo dimostrato in questi anni. Il Collettivo Pinelli è la voglia di alimentare tutti quei focolari di resistenza che mirano ad uno stile di vita che ribalti quello odierno, praticando l’autogestione e la liberazione di spazi e persone. Consideriamo questa scelta dell’amministrazione uno sgombero in piena regola, anche se in forme subdole, e risponderemo come abbiamo sempre fatto", scrivono i ragazzi. Ieri è stato il giorno delle proteste: da parte del Collettivo e da parte delle famiglie, che vogliono salvare il Centro Sociale. Domani toccherà all'amministrazione comunale rispondere a quel che occupanti e pinellini decideranno di fare. (Alessandra Serio)