Fogne che scaricano a mare, un impietoso spettacolo tra sporcizia e inquinamento. FOTO

Da nord a sud il problema riguarda quasi tutta la città. Non è una novità perché da anni i cittadini segnalano senza sosta e da anni si parla di trovare soluzioni senza però mettere in atto un piano serio e concreto. Quel che è certo è che c’è un problema fogne che indisturbate scaricano a mare in molte zone della città. E’ sotto gli occhi di tutti ed è anche accertato dagli organi competenti, tanto che sono diversi i tratti di litorale messinese in cui vige il divieto di balneazione proprio per la presenza di scarichi fognari. In particolare, secondo l’ultima ordinanza siglata dal Sindaco Renato Accorinti, sono diversi i tratti in cui è vietato fare il bagno per colpa delle fognature che scaricano in mare. Off limits la zona compresa tra la foce del torrente Larderia e il torrente Portalegni (via Tommaso Cannizzaro) per un tratto lungo 6500 metri. Sul litorale nord niente bagni nei 350 metri compresi tra l'ex ospedale Regina Margherita e la foce del torrente Annunziata e poi ancora nel tratto intorno al canale lago piccolo di Torre Faro.

Quel che è possibile vedere ogni giorno semplicemente facendo una passeggiata in spiaggia, soprattutto in corrispondenza delle foci dei torrenti, è uno spettacolo impietoso. Le immagini parlano chiaro, anche se non riescono a trasmettere anche gli odori nauseabondi che ammorbano l’aria. In centro città le situazioni più critiche si registrano alla fine dei viali Giostra, Boccetta e Tommaso Cannizzaro. Copiose quantità di acqua maleodorante si riversano in mare di continuo, scarichi fognari che vanno in mare aperto, in barba all’inevitabile impatto inquinante sul mare e sull’ambiente. Come raccontano le immagini, alla foce del torrente Giostra, per esempio, c’è una generale condizione di degrado e sporcizia causata soprattutto dalla fogna che scorre libera. Topi, carcasse di animali, rifiuti di ogni genere, fanno da cornice al fiumiciattolo di acqua melmosa che scorre indisturbato verso il mare. Uno spettacolo simile si ripropone alla fine del viale Boccetta. Qui è ancora più evidente il contrasto tra quel corso d’acqua color marrone scuro che si getta in mare e la limpidezza dell’acqua dello Stretto. Spostandoci ancora verso sud si arriva al torrente Portalegni, dunque a Maregrosso, sotto la via Tommaso Cannizzaro. Anche qui ci sono giorni in cui l’aria diventa irrespirabile per colpa di ciò che scorre in quel fiume che, a seconda del vento, crea una striscia di mare visibilmente di un altro colore proprio a ridosso della battigia. Una fogna che scarica a mare in una delle zone di costa potenzialmente più belle e inutilizzate del litorale messinese. Un problema che non si potrà più ignorare nel momento in cui davvero si inizierà a programmare il recupero del waterfront con una strategia precisa e mirata.

A confermare la presenza di scarichi fognari in mare, in particolare in centro città, è il Direttore generale dell’Amam Luigi La Rosa che ci ha spiegato che in molti torrenti cittadini ci sono scarichi attivi che si riversano in mare e che infatti sono molti i tratti in cui vige il divieto di balneazione proprio per questo motivo. La Rosa ricorda anche che in passato il Comune aveva iniziato un’operazione di controllo, facendo aprire dei varchi all’interno dei vari torrenti per individuare gli scarichi attivi, ispezionare l’entità degli eventuali allacci abusivi, creare una rete di convogliamento delle acque per evitare di far finire tutto in mare. Ad un certo punto però questo percorso subì un brusco stop, si tratta di interventi lunghi e soprattutto costosi e non fu possibile proseguire. Di recente anche l’assessore Filippo Cucinotta aveva parlato dell’ipotesi di riavviare quel tipo di attività di controllo e monitoraggio, ma anche oggi fare i conti con le risorse a disposizione appare complicato.

Il Direttore dell’Amam circoscrive il problema solo ai torrenti del centro, da Giostra a Camaro, ma le segnalazioni che arrivano dai cittadini raccontano di situazioni di pericolo, inquinamento e degrado anche sui litorali delle estreme riviere nord e sud. Pochi giorni fa il consigliere della VI Circoscrizione Mario Biancuzzo lanciava l’allarme da San Saba, raccontando che da una botola nella piazza della Chiesa fuoriuscivano abbondanti liquidi fognari che pian piano raggiungono la spiaggia, tramite un tubo di plastica adibito per la raccolta delle acque meteoriche, e si disperdono in mare per filtraggio. Un cittadino del villaggio Sant’Agata ha segnalato invece che nella zona bastano pochi minuti di pioggia per far collassare l'intero sistema fognario in via torrente S.Agata, con l'inevitabile risultato della fogna in casa a causa dell'effetto risalita e un indegno spettacolo che si registra per strada e in spiaggia. Andando sull’altre versante, un appello simile arriva da un abitante di Mili Marina che segnala il costante malfunzionamento del sistema di pompe che fanno parte dell’impianto fognario che anche in questo caso rende l’aria irrespirabile e porta in mare liquami di ogni genere.

Gli abitanti di queste zone chiedono attenzione, sono esasperati, nelle loro lettere-denuncia raccontano l’amarezza per il nulla di fatto delle Istituzioni di fronte a situazioni ben note da tempo. Pretendono rispetto per l’ambiente e per la salute pubblica e si dichiarano preoccupati per l’inquinamento che si consuma ogni giorno sotto i loro occhi.

In altre zone d’Italia il problema fogne è finito sotto l’attenzione della Magistratura, basta ricordare la maxi inchiesta avviata due anni fa dalla Procura di Rimini proprio per “tentato danneggiamento aggravato di bene esposto alla pubblica fede”, in quel caso il mare Adriatico. La speranza naturalmente è che a Messina la situazione non sia così grave e che i cittadini possano avere delle risposte al più presto. Intanto si continuerà a fare i conti con la puzza, le chiazze in mare, con i torrenti che non si sa cosa gettano nelle acque dello Stretto.

Francesca Stornante

FOTO DI SERENA CAPPARELLI E ALFEA TRIMARCHI