Accoglienza minori, Accorinti: «Competenza del Ministero». La replica di Clelia Marano

Un nuovo sbarco in riva allo Stretto e un altro piccolo esercito di migranti che arriva in Italia cerca di un futuro migliore, lontano dalla propria terra e dai propri cari. Ma anche lontano da guerre, faide, pestilenze, violenze. Duecentoventotto gli stranieri scesi in mattinata da una nave mercantile al Molo Colapesce. Tra loro 17 donne e 20 bambini (vedi articolo a parte).

E la presenza di minori ha fatto scattare l’allarme sulla carenza in città di strutture adeguate in cui accoglierli. Nei giorni scorsi, l’esperta del sindaco alla mediazione culturale, Clelia Marano, aveva denunciato l’inerzia del Comune, che non era intervenuto per portare via e traferire altrove i circa 96 minori ospitati nella tendopoli Palanebiolo. Le sue dichiarazioni avevano provocato la reazione stizzita dell’assessore ai servizi Sociali, Nino Mantineo, che – attraverso un comunicato stampa – ha difeso il suo operato e quello dell’intero Dipartimento, invitando a non «strumentalizzare i minori e i migranti per ragioni politiche o per ambizioni personali», con evidente seppur non esplicito riferimento alla Marano.

Sulla querelle Mantineo- Marano, il sindaco Renato Accorinti non ha voluto prendere una posizione a favore dell’uno o dell’altra, affermando, tuttavia, che «il ruolo di un esperto non è quello di rilasciare interviste e fare dichiarazioni, perché gli esperti non hanno un ruolo politico».

Il primo cittadino ha invece preso una posizione chiara e netta sulla questione dell’accoglienza minori: «Dobbiamo fare chiarezza una volta per tutte, la competenza è del Ministero e non del Comune».

Sventolando la circolare firmata dal prefetto Morcone e con accanto il capo di Gabinetto, Silvana Mondello, il primo cittadino ha spiegato: «Noi non possiamo fare niente, gestiscono tutto da Roma. Sbaglia il Ministero a portare qui più bambini di quanti posti ci sono a disposizione per accoglierli, ma noi non abbiamo alcuna competenza».

La circolare menzionata dal sindaco Accorinti stabilisce che «il minore straniero non accompagnato… viene collocato dalle Autorità di pubblica sicurezza nelle strutture temporanee sui luoghi di sbarco». Contestualmente la presenza dei minori viene segnalata alla Prefettura, al Tribunale per i minorenni e al giudice tutelare.

Le Autorità di pubblica sicurezza devono inoltre dare «comunicazione ai Servizi sociali del Comune…», che a sua volta «segnala la presenza del minore alla Prefettura, al Sevizio centrale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati e al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ai fini dell’integrazione al Sim…».

Per il primo cittadino, la circolare Morcone chiude definitivamente il caso dei minori lascati nelle tende. Almeno per quel che concerne le sue responsabilità e quelle del Comune.

Il caso invece resta aperto per Clelia Marano, che sta per firmare ed inviare tramite raccomandata con ricevuta di ritorno le sue dimissioni.

«Nessuna circolare può abrogare la legge, è questione di gerarchia delle fonti», precisa subito l’esperta del sindaco.

«La circolare Morcone sventolata dal sindaco insieme al suo capo di gabinetto Mondello – continua – è del 21 luglio scorso ma il Comune da Febbraio sino ad oggi è sempre stato in prima linea nella gestione dell’accoglienza ai minori. E se la competenza non è del Comune perché il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali continua ad erogare ai comuni il contributo per l’accoglienza minori?».

Clelia Marano lancia una frecciatina anche al capo di gabinetto di Palazzo Zanca: «Non sapevo che la Mondello avesse competenze in materia di migranti; tra le tante cose importanti e serie di cui deve occuparsi non ero a conoscenza che ci fossero anche i migranti».

Ma se c’è un aspetto di questa vicenda che ferisce umanamente l’esperto più utile, presente e produttivo che il Comune abbia mai avuto è l’immagine del sindaco Accorinti che sventola – come un burocrate qualunque – una circolare ministeriale, riconoscendo a quell’atto un valore assoluto , persino superiore ai principi per cui lui ha sempre lottato: «Per quanto mi riguarda– dice la Marano – mi sono comportata come si sarebbe comportato Renato , che non avrebbe mai permesso, competenze o non competenze, che gli ultimi degli ultimi arrivati sulle carrette del mare restassero nelle tende».

L’esperta voluta dal sindaco ed oggi di fatto rinnegata, replica anche all’assessore Mantineo: «Voglio dire a Mantineo che conosco bene le strutture in cui sono stati sistemati i minori in questi mesi e le conosco perché – su sua delega – li ho accompagnati io personalmente andando a trovarli anche dopo. Gli assistenti sociali restavano in ufficio limitandosi a cercare strutture accreditate, io e gli altri volontari abbiamo sempre pensato a tutta la fase logistica , preoccupandoci di gestire l’accoglienza e il trasferimento dei minori».

E’un mix di emozioni Clelia quando racconta il lavoro fatto in questi mesi, ma è soprattutto la delusione quella viene fuori dalle sue parole: «Su Renato preferisco non dire niente, ma mi dispiace il silenzio della giunta, ho lavorato benissimo con tutti gli assessori e su più fronti. Con De Cola, Cucinotta, Ialacqua».

Clelia Marano è ormai decisa a dimettersi da esperta: «Tornerò ad occuparmi d cooperazione internazionale e a fare la mia vita da pinella, felice di come ho svolto il mio ruolo, anche se mi rendo conto che non c’è stato alcuno spirito di gratitudine nei miei confronti».

In questi giorni “turbolenti” Clelia Marano ha ricevuto numerosi e trasversali attestati di stima e solidarietà, che hanno portato alla nascita del gruppo social #‎iostoconclelia.

Danila La Torre