Notte d’inferno a Castelmola: animali arsi vivi e casa in fiamme

CASTELMOLA. Una notte d’inferno. E non è ancora finita. Le fiamme non concedono tregua. Hanno distrutto una casa in contrada Mastrissa. Per fortuna le due persone che vi risiedono, marito e moglie, erano fuori. Non si è riusciti a salvare gli animali: un paio di mucche e pecore. Ed i cani. Brucia tutto. “E’ una situazione di emergenza – sbotta il sindaco, Orlando Russo, sul posto fino a tarda ora insieme al presidente del Consiglio Massimiliano Pizzolo – e non è giunto nemmeno un canadair. Mi hanno assicurato dalla prefettura che arriverà questa mattina. I danni sono ingenti”. Nel territorio molese hanno lavorato per tutta la notte due squadre dei vigili del fuoco di Letojanni ed una giunta da Modena in seguito all’emergenza venutasi a creare nel messinese. Con loro, in prima linea, gli uomini della forestale.

“E’ soprattutto a queste persone – chiosa Orlando Russo – che Castelmola deve dire grazie. Hanno lavorato con grande spirito di abnegazione rischiando in più occasioni. Il fronte delle fiamme era immenso. I pericoli ovunque. Non si sono fermati un attimo”. La minaccia alle abitazioni non è ancora rientrata. “Ieri pomeriggio – spiega il sindaco – le famiglie assediate erano una ventina, adesso sono il doppio. L’avanzare dell’incendio ha coinvolto dapprima le contrade Dammari e Trupiano, quindi Mastrissa e Costa Masi. Fino a lambire Monte Venere, dove sorgono delle ville di pregio”. Ieri una donna è finit ain ospedale intossicata dal fumo del rogo. Si trovava da sola incasa e si è reso necessario l'intervento dei sanitari del 118. Un vigile del fuoco è invece rimasto ferito nel corso delle operazioni di spegnimento, riportando la lussazione della spalla.

Russo guarda la terra bruciata e non si dà pace. “Ripeto, il danno è enorme. E le conseguenze potranno essere devastanti. Penso al dissesto idrogeologico – sussurra Russo – che ha già messo in ginocchio il nostro paese in più occasioni. Questi incendi hanno certamente alzato il livello di vulnerabilità”.

Carmelo Caspanello