Rudere colmo di spazzatura dato alle fiamme in via Setaioli

Era diventato probabilmente un gigantesco cassonetto il rudere di via Setaioli. Vicino al viale Regina Margherita, la spazzatura la si raccoglieva evidentemente all’interno dell’edificio visibile nelle immagini. I segni neri rimasti su quelle che erano le pareti del casolare sono il ricordo del fuoco ma non solo. Stanno lì ad evidenziare il decadimento lento ma inesorabile della civiltà. E’ un attimo, perché poi ti giri intorno e vedi le case abitate, la vista panoramica, il mare sullo sfondo. Poi svolti l’angolo, e devi farti largo tra i sacchi di immondizia che costeggiano il marciapiede.

Il rudere di via Setaioli è solo un simbolo. Perché la città di Messina è colma di rifiuti non raccolti a rischio incendio. E se c’era qualcuno che si lamentava perché ad essere abbandonate fossero solo alcune zone, può stare “tranquillo”: la legge è uguale per tutti. Dalla zona nord alla zona sud, Messina “profuma” allo stesso modo.

E pensare che due settimane fa palazzo Zanca ha ospitato l’illustre teorico della strategia “Rifiuti zero”, Paul Connett. Forse lo slogan del professore di chimica ambientale di New York, “La natura non produce rifiuti, è solo un’invenzione” è stato interpretato letteralmente. Fatto sta che le parole si sprecano. Pericolo, rischio ambientale, degrado igienico. Qua, la vera emergenza è quella della civiltà.

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