De Luca M5S: “No al 118 modello Lombardia. Razza ha fatto tutto da solo”

Le perplessità, di fronte alla Rete di emergenza-urgenza presentata a “scatola chiusa” ci sono. E sono tante. Non soltanto perché non si comprende come si voglia “trapiantare” in Sicilia un modello che funziona sì, ma in Lombardia, ma anche per i contenuti del protocollo, al momento sconosciuti in gran parte.

La firma dell’accordo tra Regione Sicilia e Regione Lombardia, avvenuta nei giorni scorsi e che porterà alla costituzione dell’Areus-Seus ha già suscitato le proteste dello Snami e del Comitato Consultivo dell’Asp 5. Ad alzare invece gli scudi in Commissione Ars sanità sono stati i deputati del M5S.

L’assessore Razza è venuto in audizione con un pacchetto già confezionato- spiega il messinese Antonio De Luca– Ci ha presentato i vertici della futura Areus-Seus ed indicato le linee generali, disattendendo quanto detto all’inizio del mandato e cioè che il piano di riordino della Rete ospedaliera doveva essere condiviso. Invece ha mandato al Ministero della sanità tutto, compresi gli allegati sulle Reti Tempo dipendenti e sull’emergenza-urgenza, ma noi non conosciamo nulla di questi allegati”.

Il diavolo, si sa, sta nei dettagli, e sono proprio quelli che preoccupano i deputati pentastellati. Per fare un esempio non si sa nulla sui posti letto nelle cliniche private. E se in linea di massima sono tutti d’accordo sul realizzare una cabina di regia per l’emergenza urgenza unendo le 4 centrali operative attuali, molte cose sono in ombra. Per non parlare dei costi.

Sono tante le domande che mi pongo- prosegue De Luca– Il modello lombardo sarà pure bellissimo e funziona benissimo in Lombardia, dove ci sono, solo per fare un esempio 42 stroke unit. Ma funzionerà in Sicilia? Dove peraltro ce ne sono 5? Il problema non è solo la stroke unit, ma un altro. In Lombardia hanno quasi esclusivamente ambulanze non medicalizzate, con autisti-soccorritori. Io mi domando, non dovrebbe essere prioritaria la salvezza della vita e la qualità della vita? Non è solo un fatto di tempo, cioè in quanto tempo l’assistito arriva in ospedale, ma se arriva vivo ed in che condizioni ci arriva e se arriva nell’ospedale giusto per quella specifica causa. Se io sto male ad Antillo, arriva l’ambulanza da Santa Teresa mi porta al Sirina di Taormina ma ci arrivo morto, non è solo un fatto di tempo, ma di qualità del servizio”.

Antonio De Luca spiega come i componenti della Commissione sanità si sarebbero aspettati il quadro completo, il piano della rete ospedaliera, quello della rete tempo dipendente, l’emergenza urgenza, per sovrapporle, per capire il mosaico completo. Ma non è stato così, si son trovati in Commissione Razza e i nuovi vertici dell’Areus-Seus ad accordo già firmato.

Sin da giugno in vista della rimodulazione della rete De Luca aveva chiesto un’audizione con il Comitato Consultivo Asp 5 e con lo Snami, adesso è tornato a richiederlo e si prepara anche ad andare in Lombardia per verificare come stanno le cose.

Voglio capire. Mi chiedo perché l’assessore Razza ha convocato tutti i sindacati ma non lo Snami. Perché ha deciso di ispirarsi ad un modello così distante dal nostro. Mi chiedo poi cosa intendono fare con i 3.200 operatori attuali del 118. Inizialmente pare che Areus e Seus opereranno in modo parallelo, e nel frattempo l’assessore ha annunciato di voler formare e riqualificare il personale. Bene, vogliamo sapere dove, come, con quali mansioni. Mi dicono che se non ci saranno medici nelle ambulanze è perché avremo più elicotteri con visori notturni, ma io dico, fateci vedere questo protocollo, fateci capire perché tra un modello Messina che funziona bene avete scelto il modello Lombardia. Fateci capire se questo modello garantirà un servizio omogeneo ed uniforme in tutto il territorio siciliano. Noi siamo preoccupati. Ripeto, è importante che il paziente arrivi vivo e che si garantisca anche la qualità della vita. A volte anche pochi minuti fanno la differenza non solo tra la vita e la morte ma anche tra una vita in condizioni di salute ed una vita in condizioni di disabilità che si potevano evitare”.

Rosaria Brancato