Nel labirinto del risanamento, solite guerre fra poveri “alimentate” da pasticci deliberativi

Nemmeno la pioggia è riuscita a farli desistere dalla loro protesta. Hanno trascorso tutta la giornata sul tetto di Palazzo Zanca, sporgendosi prima dal cornicione esterno e poi affacciandosi dal finestrone di vetro che domina l’ingresso principale della “casa comunale”. E lo hanno fatto proprio perché una casa, degna di tale nome, loro la attendono ormai da diverso tempo. Sono due delle famiglie che secondo la delibera frettolosamente istituita dall’Ufficio di Gabinetto e presentata dal sindaco lo scorso 15 novembre, hanno avuto la momentanea illusione di poter dire addio alle baracche. Si tratta di quei nuclei familiari che, sulla base di un’altra delibera, proposta stavolta dal competente assessorato, quello al risanamento, lo scorso 22 ottobre, hanno “scalato” la graduatoria dell’elenco “C” prevista dall’atto deliberativo n°267 dell’11 marzo 2011, riguardante coloro che, ricadendo in aree di risanamento e trovandosi in emergenza abitativa, possono ottenere un alloggio temporaneo in attesa della sistemazione definitiva.

Secondo la soluzione prospettata dal sindaco, le famiglie in questione avrebbero potuto temporaneamente occupare i locali dell’ex-scuola Capitano Traina (vedi correlato), già utilizzata nei giorni dello sgombero del campo rom. Parliamo al passato perché a distanza di appena due settimane, il 29 novembre, arriva la delibera (sempre istituita dall’Ufficio di Gabinetto, proponente il sindaco Buzzanca) che annuncia il dietrofront: “Da verifiche effettuate dall’Ufficio di Gabinetto – si legge nel testo – si è effettivamente accertato che per mero errore di rappresentazione dei presupposti di fatto, l’Ufficio ha ritenuto di poter assegnare la struttura emergenziale nelle more del reperimento di altro alloggio”. Il problema, però, come sollevato dal legale delle famiglie che sulla base della graduatoria precedentemente predisposta risultano prime, sta proprio nel fatto che tutti i “21 soggetti di cui all’elenco lettera “C” della deliberazione 267”, condividono la stessa situazione, si trovano cioè tutte nella medesima situazione di emergenza abitativa, senza, dunque, emergenze “preferenziali”.

Da qui la necessità, inevitabile, di esitare la delibera (il 29 novembre, appunto), che ha revocato in autotutela non solo il documento con cui era stata predisposta l’assegnazione dei locali della Capitan Traina, ma anche l’atto deliberativo d’indirizzo predisposto dall’assessore Sparso che aveva sancito la priorità di alcuni nuclei familiari residenti nelle zone di risanamento via Bisignano, Villaggio Cep, Fondo Saccà 1 lotto Fondo Fucile I lotto funzionale e l’ex-Asilo Nido di Santa Lucia Sopra Contesse. Insomma, un bel “pasticcio deliberativo” che come unico risultato ha avuto, ancora una volta, quello di alimentare una desolante guerra fra poveri, distogliendo l’attenzione dalla responsabilità di chi è chiamato a predisporre con più attenzione e meno superficialità provvedimenti di tale importanza che vedono coinvolte fasce sociali disagiate, esasperate e, proprio a causa del bisogno, “vittime” di sottili meccanismi clientelari. (ELENA DE PASQUALE)

(foto Sturiale)