Fuga dalla Sicilia,Cgil: “A Messina dati più allarmanti della media regionale”

L'Italia cresce, ma a due velocità differenti. Con il Nord che corre e il Su che arranca. E la Sicilia è la Regione meridionale che cresce meno, segnando un rallentamento rispetto a Calabria, Sardegna e Calabria. Se nel 2017 queste ultime hanno sfiorato un tasso di sviluppo del +2% (rispettivamente 2%, +1,9% e +1,8%), l'Isola invece si è fermata allo +0.4%. È quanto emerge dalle anticipazioni del Rapporto Svimez 2018 sul Mezzogiorno.

“Con questi ultimi dati è stato certificato che la Sicilia è la regione che soffre di più e dove i ragazzi fuggono in maggior numero – evidenzia il segretario generale della Cgil di Messina, Giovanni Mastroeni – ed abbiamo denunciato come la provincia di Messina ha una situazione che è estremamente più grave della media siciliana”. Messina dentro la Sicilia in questi anni è sprofondata, questa la denuncia fatta dalla Cgil con l’ultimo report del sindacato sull’andamento socio-economico.

Il Sud ha bisogno di più investimenti pubblici e politiche di sviluppo per creare nuova occupazione stabile. Nessuna risposta è arrivata per i bisogni essenziali dei cittadini del Sud, appunto il lavoro – sottolinea Mastroeni – Il Mezzogiorno resta ancora lontano rispetto ai livelli occupazionali pre-crisi con un preoccupante dato della disoccupazione giovanile. Ci sono state drammatiche conseguenze, l’aumento della povertà e dell’emigrazione che riguarda tanti giovani e meno giovani. E’ mancato un progetto per il Mezzogiorno che è stato lasciato da solo attraverso una scellerata scelta politica.

I dati sulla provincia di Messina messi in evidenza dalla Cgil: dal 1991 al 2016 la popolazione residente nella provincia di Messina è diminuita di 40.155 abitanti. Nel 2016 i nati vivi sono stati inferiori ai morti verificatisi nell’anno. Di solito tali andamenti si verificavano nei periodi bellici. Aumenta la fascia over 65 che passa dal 20,2% al 22,1%. A fronte di una media nazionale nel periodo 2008-2016 di perdita di occupazione dello 0,5%, dell’8% siciliano nella nostra provincia si sono persi 22.488 posti di lavoro pari all’11,1%; il 46% della popolazione messinese è a rischio povertà, vi è stato un invecchiamento della stessa popolazione infatti gli over 65% oggi sono più del 22% e i giovani scappano per cercare la loro realizzazione professionale fuori dalla nostra provincia. La provincia di Messina ha il reddito pro-capite più basso della Sicilia e al n.107 delle province italiane, la spesa sociale pro-capite spende di media 137,17 euro rispetto a 246 che è la media nazionale e 464 della città di Trieste.

Di fronte a questa situazione drammatica servono interventi strutturali e investimenti pubblici e privati mirati alla modernizzazione della rete infrastrutturale (ferroviaria, autostradale e portuale), la costituzione dell’Autorità di sistema e della Zes di Messina-Milazzo, il tutto per nuove politiche di sviluppo nei settori del turismo, dell’agricoltura e di una moderna attività industriale.

“Tutto ciò – dichiara Mastroeni – si potrà realizzare se dal territorio e la Cgil si muoverà in tal senso vi sarà una forte iniziativa di proposta e di pressione sui Governi regionale, nazionale ed europeo”.