La storia di Pietro Gorgone. Da Tortorici ai campi di football americani

Era nato il 10 maggio 1920, in contrada Bruca, a Tortorici. Pietro Gorgone, da bambino, conobbe il duro lavoro della miniera, poi negli anni 30 e 40, divenne un campione professionista sia nel football che nel baseball, negli Stati Uniti d'America. La sua storia è ricostruita dall'associazione culturale "Ambasciatori della fame".

I suoi genitori si chiamavano Orazio e Giuseppa Donzelli. La famiglia Gorgone decise, nel 1929, di emigrare per gli Usa e giunse ad Ellis Island sul piroscafo “Liguria”. Sulla nave viaggiò anche Venere, la sorellina più piccola. In America andarono a vivere nella piccola cittadina di Windber, Contea di Somerset, in Pennsylvania. Il padre, Orazio, trovò lavoro nella “Berwind Corporation” azienda leader nell’estrazione di carbone. A Windber fu fondamentale, per lui, frequentare una scuola gestita da suore che ebbero la capacità di sottrarlo al lavoro della miniera al quale, ancor poco più che bambino, stava già dedicandosi.

Crescendo e grazie al suo fisico possente, oltre novanta chili, fu chiamato a far parte della squadra di football del Muhlenberg College e, con questa, seppe guadagnarsi la nomina nella “Hall of Fame”. Nel 1942 fu l'unico della Pennsylvania a giocare nella Associated Press Annual Little All-America. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale lo portò a combattere a Iwo Jima nel "Corpo dei Marines " e si guadagnò, per coraggio e dedizione, la “Bronze Star” e la “Presidential Citation”. Al ritorno dal conflitto mondiale, nel 1946, gli arrivò la chiamata dai famosi New York Giants e con loro esordì nel campionato professionisti Nfl (National Football League). Con i New York Giants, dopo la stagione regolare, giocò perdendola la finale contro i “Chicago Bears” dinanzi ad un pubblico di 60mila persone. Successivamente per un brutto colpo alla testa gli fu consigliato di abbandonare il football.

Lui, atleta eclettico, ebbe la capacità di rigenerarsi nel baseball e anche in questo sport seppe giungere a giocare a livello professionistico con i “Detroit Tigers” di Lancaster. Lasciato lo sport divenne un agente immobiliare di successo. Sposò Mary Bassler con la quale visse per lunghi anni. Morì il 2 dicembre del 1992.