Valle del Mela, Arpa: “Scoperte le cause della puzza di gas”. Quali rischi per la salute?

Arpa Messina ha pubblicato la relazione sul monitoraggio della qualità dell’aria nella valle del Mela, effettuato dal 26 luglio al 20 ottobre 2016 con l’obiettivo specifico di individuare la causa delle emissioni odorigene spesso segnalate dagli abitanti della zona. Una puzza che da tempo infastidisce e allarma i cittadini. I responsabili sono gli NMHC o idrocarburi non metanici, categoria che indica tutti gli idrocarburi presenti nell’aria tranne il metano. La fonte, quasi certamente, è dunque la Raffineria Mediterranea di Milazzo. Ma quali sono i rischi per la salute?

Il report
Il monitoraggio è stato effettuato grazie a un laboratorio mobile. Oltre ai dati sugli NMHC, sono stati rilevati i parametri meteo-climatici, in particolare forza e direzione dei venti. È stato infatti confermato che le giornate in cui la puzza è più intensa sono quelle con poco vento, che impedisce la dispersione degli idrocarburi non metanici.

Il valore limite per gli NMHC è di 200 ug/mc, e non può essere sforato per più di tre ore consecutive. Il report evidenzia casi in cui questo limite è stato superato ma non violato: si tratta di picchi notevoli, che durano però pochi minuti, oppure di concentrazioni più prolungate, ma meno intense.

Il primo caso limite si registra il 3 agosto 2016, con un picco di pentano (1069,1 ug/mc), butano (518,7), ottano (114,7) ed esano (114,2) tra le 16:30 e le 16:50; i valori, molto alti, tornano però subito sotto i limiti di legge nelle ore successive. Il 23 agosto si è verificata una contemporanea concentrazione di butano e pentano, durata però solo 10 minuti.

Il 30 agosto, gli NMHC mostrano un andamento correlato per tutta la giornata, con particolari concentrazioni tra le 19 e le 22; anche in questo caso, tuttavia, non viene sforato il limite dei 200 ug/mc per tre ore. Altri due picchi vengono rilevati il 7 e l’8 settembre e il 12 ottobre. Dal calcolo delle medie orarie, emerge che l’unico giorno in cui il limite di legge viene superato è l’8 settembre per quel che riguarda il pentano.

Quali rischi per la salute?
Nella riunione dell’AERCA – Area ad elevato rischio di crisi ambientale – del 6 marzo scorso, i vertici Arpa hanno proposto il dimezzamento delle soglie di preallarme, allarme ed emergenza per gli NMHC, oltre al monitoraggio di ulteriori composti. Una posizione che ha messo in allarme il comprensorio del Mela, e che ripropone il vecchio dibattito sulle conseguenze sanitarie dell’attività industriale.

Tuttavia, gli idrocarburi non metanici in questione – e gli alcani alifatici in particolare – non sono tossici, o lo sono in maniera blanda. È tossica e/o cancerogena buona parte degli idrocarburi aromatici, che però non sono quelli analizzati nella relazione Arpa. Gli idrocarburi non metanici hanno anche una spiccata tendenza a reagire, in presenza di luce, con gli ossidi d’azoto e con l’ossigeno, dando origine allo smog fotochimico: i composti emessi nell’atmosfera reagiscono con la luce ultravioletta del sole, causando uno smog dal caratteristico colore arancione scuro o marroncino. Il fenomeno è visibile nelle giornate di sole e bel tempo, ed è dovuto alla formazione nell’aria di grandi quantità di ossidi di azoto; non ha però alcun impatto sulla salute.