Bankitalia conferma: entro la fine del 2018 chiuderà la filiale di Messina

L’ultimo appello era arrivato appena due giorni fa, da parte del rettore Pietro Navarra. Prima ancora erano stati il sindaco Accorinti, il deputato Garofalo e il senatore Mancuso, oltreché, naturalmente, le rappresentanze sindacali. Non è servito a nulla, perché la Banca d’Italia ha confermato il proprio piano di riorganizzazione della rete territoriale e, come sempre, riorganizzazione fa rima con tagli. Nei tagli, come spesso accade, rientra anche Messina che, a questo punto, diventerebbe l’unica città metropolitana italiana sprovvista di questo presidio.

Tutto avverrà entro la fine del 2018, ma quell’”entro” significa che il processo potrebbe chiudersi anche prima. Un iter graduale che tre anni fa aveva condotto al trasferimento a Catania della gestione del contante e che, anche per questo motivo, ha provocato la decisione finale. Proprio per questo, Garofalo e Mancuso avevano chiesto che la gestione del contante tornasse a Messina, visto che Catania non riesce sempre a smaltirne l’enorme mole.

Niente di tutto ciò. Messina, come spesso accade, paga il ruolo di terza città siciliana ed anche uno scarso peso politico se si considera che in molte altre città più piccole resterà almeno un ufficio “ad ampia operatività”. I sindacati, ovviamente, non si danno per vinti, in prima linea la Cgil: " Chiediamo un intervento del presidente della Regione perché venga revocata una decisione che mortifica il territorio messinese, che cancella un presidio di legalità”, dichiara il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano. “La conferma nelle ultime ore di quello che era stato temuto – prosegue – porta anche con sé il peso di certificare l’assenza di una politica capace di bloccare progetti di smobilitazione che la città e la provincia continuano a subire. Il Governo Crocetta eserciti quel ruolo di difesa di realtà strategiche e importanti per i territori della Sicilia".

Per la Uil, si tratta di "una decisione che accanto ai risvolti sociali colpisce pesantemente i 16 lavoratori in servizio presso la Filiale messinese. Nonostante la bruttissima notizia che evidenzia sordità e arroganza dei vertici della Banca d’Italia rispetto alle oggettive e giuste richieste del territorio, pensiamo che si debba proseguire in un’azione di lotta con gli strumenti a disposizione. Nelle scorse ore la Segreteria Nazionale della UILCA, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, ha già preannunciato l’impugnazione, davanti alla Magistratura, della delibera relativo al nuovo riassetto territoriale assunta dal Consiglio superiore della Banca d’Italia".

La Uilca di Messina chiede ufficialmente che la Regione Siciliana sollevi, ai sensi dell’art. 17 dello Statuto siciliano che assegna competenza esclusiva alla regione sui settori del credito e delle assicurazioni, un conflitto di attribuzione alla Corte Costituzionale. "Si tratta di uno strenuo, ma doveroso, tentativo finalizzato alla salvaguardia di un territorio, complesso e difficile, che perderebbe un indispensabile presidio di legalità rappresentato dalla presenza della Filiale della Banca d’Italia – afferma il segretario generale della Uilca Messina, Ivan Tripodi -. Già nel 2007, di fronte alla possibilità di chiudere ben sette filiali siciliane della Banca d'Italia, il governo regionale dell’epoca sollevò, ai sensi del citato articolo 17 dello Statuto siciliano, il conflitto di attribuzione e ottenne un concreto risultato politico: in quell'occasione furono cancellate solo le sedi di Siracusa ed Enna. Pertanto, nonostante la tragica latitanza ed assordante assenza della deputazione regionale e nazionale, ci appelliamo al governatore Crocetta e al suo governo affinché assumano un’iniziativa concreta volta a difendere Messina e il suo territorio sulla quale non possono essere ammessi alibi o giustificazione di sorta".