Quasi 3 milioni per la continuità territoriale con lo scalo reggino. “Usarli per l’utenza messinese”

2 milioni 855mila 731 euro. E’ la somma prevista dalle legge 144/1999, integrata dalla finanziaria del 2004, che ha inserito tra i destinatari di “oneri di servizio pubblico finalizzati alla continuità territoriale” anche l’aeroporto di “Reggio Calabria e Messina”.

Ora il dipartimento Infrastrutture della Regione Calabria, su delega del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha convocato gli enti interessati, tra cui il Comune e la Provincia di Messina, ad una conferenza di servizi per determinare le modalità di spesa dei fondi indicando: le tipologie e i livelli tariffari; i soggetti che usufruiscono di sconti particolari; il numero e gli orari dei voli; i tipi di aeromobili e la capacità di offerta.

Il sindaco, Renato Accorinti, il commissario della Provincia, Filippo Romano, ed il commissario della Camera di Commercio, Franco De Francesco, hanno allora scritto al Ministero per chiedere di valutare “di investire la somma a disposizione, o parte consistente di essa, all’incentivazione dell’utenza messinese all’uso preferenziale dello scalo reggino”e, in particolare, nell’ambito della capacità di offerta, “di impiegare questa somma per affidare direttamente alle compagnie aeree o aeroportuali la gestione dei servizi terminalistici, check in e trasporto passeggeri e bagagli mediante traghettamento, direttamente da Messina all’aeroporto di Reggio e viceversa”. In alternativa, la richiesta è quella di considerare “una riduzione diretta dei costi del biglietto agli utenti residenti o nativi della provincia messinese, per compensazione degli oneri aggiuntivi in termini di costo e di tempo di attraversamento”. In questo modo, “il servizio porterebbe certamente a una grande potenzialità di sviluppo dell’aeroporto reggino, in considerazione del fatto che il biglietto potrebbe essere venduto immediatamente come, ad esempio, Messina – Roma o Messina – Milano”.

Questi finanziamenti, in passato, sono stati utilizzati per il finanziamento di nuove rotte, sempre cessate al termine dei fondi. Nella lettera, si fa riferimento anche alle attuali condizioni critiche che hanno fatto “paventare la chiusura dello scalo, che risulta poco attrattivo per l’utenza messinese, stanti i forti disagi dovuti ad una cattiva organizzazione dei trasporti sullo Stretto, che non offrono adeguata certezza di tempi e garanzia di arrivo, alla scopertura di determinate fasce orarie, la carenza o totale mancanza di adeguati servizi di assistenza per i passeggeri svantaggiati, l’inefficienza del sistema trasportistico di terra una volta attraversato lo Stretto che non garantisce le coincidenze degli orari, la continuità serale e notturna in corrispondenza degli ultimi voli, i brevi tempi di attesa”.

Si prende atto, poi, del fatto che, per l’utenza messinese, i costi per il raggiungimento dello scalo reggino sono paragonabili a quelli per il raggiungimento dell’aeroporto di Catania. Stesso discorso per i tempi, “a seguito delle attese alle coincidenze e degli elevati margini di sicurezza che il cittadino è costretto a mettere in conto”. In considerazione di ciò, “l’aeroporto reggino è quanto mai in crisi e non riesce a essere competitivo nei confronti dell’utenza messinese”. Ed anche nel nuovo bando di Metromare, si ricorda, non è previsto un collegamento diretto tra il porto di Messina e l’aeroporto di Reggio.

La richiesta rappresenta dunque l’ennesimo tentativo di coinvolgere i messinesi nell’utilizzo dello scalo di Reggio. Solo così, nelle previsioni, l’aeroporto potrà continuare a vivere contrastando la concorrenza degli aeroporti di Catania e Lamezia. Negli anni, finora, solo parole. Adesso è il momento di passare ai fatti. Viceversa, sarà anche inutile insistere ancora.

(Marco Ipsale)